Da martedì 2 febbraio, giorno in cui è uscito il nome di Mario Draghi come possibile capo di un nuovo governo, il calo del rendimento del Btp registrato, in parallelo con la contrazione dello spread, si è tradotto in un risparmio teorico di quasi un miliardo per le casse dello Stato.

Lo ha stimato l'Osservatorio sui Conti Pubblici.

Nel confronto col rendimento della prima metà di gennaio il risparmio annuale è invece di 100 milioni di euro.

Nelle prime due settimane di gennaio il rendimento dei Btp a 10 anni era in media attorno allo 0,58%. La crisi di governo ha poi fatto aumentare i rendimenti nella seconda metà del mese scorso, portandoli in media allo 0,65% con alcuni picchi a 0,76%. Dopo l'annuncio del nome di Draghi i rendimenti mercoledì, giovedì e venerdì sono scesi in media allo 0,56%.

Secondo l'Osservatorio sui Conti Pubblici, è meglio non considerare la parentesi della crisi politica, per cui il focus viene messo sulla differenza prima e dopo la crisi, non nel periodo intermedio. Da un calcolo meccanico, su circa 500 miliardi di titoli di Stato da rinnovare nel 2021, tra quelli in scadenza e le nuove emissioni, una diminuzione di 0,02 punti percentuali (la differenza fra 0,58% pre-crisi e 0,56% post crisi di governo), i risparmi per le casse dello Stato si aggirano attorno a 100 milioni di euro all'anno, nell'ipotesi puramente teorica che tutti i titoli vengano rinnovati in questo istante a questo tasso.

Osservando invece la differenza (0,9 punti percentuali) fra il rendimento salito in media allo 0,65% con la crisi e quello sceso allo 0,56% grazie all'effetto Draghi, il beneficio, sempre teorico, si amplia a oltre 900 milioni. C'è infine da segnalare che la scelta dell'Osservatorio di utilizzare il rendimento del Btp decennale piuttosto che lo spread col Bund tedesco evita di dover prendere in considerazione la leggera salita del rendimento (sempre negativo) del Bund che si è verificata in questi gironi contribuendo a restringere il differenziale.

(Unioneonline/F)
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