Buoni pasto? Oggi non li accettiamo. Così da questa mattina anche in Sardegna il botta e risposta negli esercizi che hanno aderito allo sciopero: nel mirino le commissioni al 20% considerate dai commercianti troppo alte e non sostenibili dal punto di vista economico.

A questa iniziativa, che terminerà in giornata, aderiscono anche le imprese della distribuzione commerciale, dai piccoli negozi di vicinato fino a supermercati e ipermercati della distribuzione organizzata.

"Con questa giornata di sospensione del servizio vogliamo sensibilizzare i lavoratori e, più in generale, i consumatori sulle gravissime difficoltà che le nostre imprese vivono quotidianamente a causa delle elevate commissioni che dobbiamo pagare sui buoni pasto - spiega Emanuele Frongia, presidente Fipe Confcommercio Sud Sardegna -. Parliamo di una vera e propria tassa occulta che supera anche il 20% del valore del buono".

Il sistema di pagamento non è in discussione. "La nostra – continua Frongia - è una protesta che ha l'obiettivo di salvaguardare la funzione del buono pasto perché se si va avanti così sempre meno aziende saranno disposte ad accettarli. Insomma, il buono pasto rischia di diventare davvero inutilizzabile. C'è bisogno di una vera riforma che renda il sistema economicamente sostenibile anche per le nostre imprese che in fin dei conti sono quelle che danno il servizio ai lavoratori. Ma è altrettanto urgente far sì che la prossima gara Consip da 1,2 miliardi di euro non venga aggiudicata con gli sconti delle precedenti perché saremo sempre noi a pagarli". 

(Unioneonline/v.l.)

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