Il lansoprazolo e l'omeprazolo, utilizzati in quantità industriali per combattere la gastrite, sono ai primi due posti della top ten dei principi attivi più prescritti in Sardegna. Con punte elevatissime nel Nuorese.

Terzo, l'acido acetilsalicilico, l'aspirina, compresse ingoiate dalla gente con la stessa normalità con cui si respira.

Sui bus cittadini è tornata la pubblicità progresso: i farmaci non sono caramelle .

I dati, seppur in flessione, sono allarmanti.

La spesa procapite diretta è di circa 189 euro l'anno (in discesa), quella sostenuta dalle strutture pubbliche di 233 euro (in salita).

L'APPROPRIATEZZA - "C'era un tempo in cui i bambini con il mal di stomaco venivano 'curati' dalle mamme con una dieta in bianco per qualche giorno, e tutto si risolveva così. Oggi ogni sintomo, anche minimo - un leggero rossore alla gola, un po' di tosse - deve essere medicalizzato. È cambiato l'approccio alla salute, e sono convinto che tutti noi, dottori e pazienti, abbiamo bisogno di tornare a usare il cervello", sottolinea Emilio Montaldo, specialista in allergologia e immunologia e componente della Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale.

"Intendiamoci, difendo l'autonomia prescrittiva, ma attenzione a non abusare di certi farmaci. Penso ad esempio agli inibitori di pompa, gli antiacidi, che se presi in grandi quantità e per periodi prolungati possono creare problemi seri".

I DATI - Certo, obietterà qualcuno, purtroppo ce ne stiamo accorgendo solo ora, nel momento i cui è stato necessario un giro di vite alla spesa farmaceutica.

Parola d'ordine: frenare lo shopping selvaggio in farmacia.

"Ma diciamolo, la Sardegna tutto sommato sta migliorando", avverte il presidente di Federfarma nell'Isola, Giorgio Congiu.

"Nei primi sei mesi di quest'anno - sono gli ultimi dati ufficiali del monitoraggio dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco - la spesa convenzionata netta, mentre nel Paese è cresciuta dello 0,8%, qui è diminuita del 2,6%. Insomma, abbiamo imboccato il trend giusto".

MENO RICETTE, PIÙ DOSI - Dunque, tra gennaio e giugno 2017 i sardi hanno speso 131 milioni 062 mila 293 euro (nello stesso periodo dello scorso anno la cifra ammontava a 134 milioni 577 mila 147 euro).

In calo anche il numero delle ricette (del 2,7%), mentre le cosiddette dosi definite giornaliere registrano un incremento dell'1,7%.

In tutto il 2016 la spesa complessiva è stata di 264 milioni 834 mila 004 euro (-6,9% rispetto al 2015).

Il fatto è che proprio due anni fa dall'assessorato regionale alla Sanità è partita una delibera firmata da Luigi Arru che chiedeva ai medici di tenere sotto controllo una serie di categorie iperprescritte.

I CONTROLLI - "Sono state fatte riunioni specifiche", spiega Montaldo, "per chiedere appropriatezza sui farmaci per lo stomaco, su quelli per il colesterolo, per la pressione e sulla vitamina D. E per ricordare che esistono anche gli equivalenti, meno costosi".

I risultati ci sono stati: la spesa è scesa, ad esempio, per i gruppi terapeutici che servono per la pressione, per l'acidità, sulle vitamine, sugli ormoni e modulatori del sistema genitale, sugli antinfiammatori e antireumatici, sugli antistaminici.

C'è invece un incremento di spesa lorda (sempre nei primi sei mesi dell'anno) per gli antitrobotici, i farmaci per il diabete, gli antidepressivi, le sostanze ad azione immunosoppressiva, gli antianemici, e diversi altri.

IL BILANCIO - Concludendo: nel primo semestre la spesa netta relativa alla farmaceutica convenzionata è diminuita del 2,6% (-3,5 milioni), soprattutto a Oristano (-3,9%), Cagliari (-3,8%) e Sanluri (-3,5%), per contro è lievitata del 9,4% (+3,2 milioni) quella "per conto".

Tirando le somme, la spesa effettiva totale è scesa quasi niente, appena lo 0,2%.

Cristina Cossu

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