Si moltiplicano le riunioni a livello istituzionale per analizzare e trovare risposte alla crisi che nella Rwm sta comportando il taglio di 80 dipendenti interinali e 90 nuove cassaintegrazioni.

All'incontro in videoconferenza con gli assessori regionali a Industria e Lavoro già fissato per martedì 28 luglio si aggiunge ora quello, in presenza, che si terrà lunedì 27 nei locali della Prefettura di Cagliari. Convocato dal sottosegretario alla Difesa vedrà la partecipazione dello stesso Giulio Calvisi, delle segretarie della Filctem Cgil e Femca Cisl e delle rsu di fabbrica.

"E' forte la preoccupazione di tutti i lavoratori - recita una nota dei sindacati, ricevuti in mattinata dal Prefetto di Cagliari - per il futuro di una fabbrica per la quale, senza un'inversione di tendenza, ci troveremo presto a discutere di scenari addirittura peggiori di quelli attuali. Questo potrebbe accadere nonostante tutti ribadiscano che le esperienze e le professionalità maturate alla Rwm consentano alla fabbrica di poter offrire un eccellente contributo al sistema della Difesa dello Stato italiano e a quello dei partner europei".

Intanto, dopo l'ufficializzazione delle crisi e l'annuncio dei conseguenti, corposi, tagli al personale, proseguono interventi e commenti politici.

Profilando il "definitivo tracollo industriale del Sulcis iglesiente" il Partito Sardo d'Azione di Domusnovas ha scritto a tutte le istituzioni nazionali e regionali chiedendo il ritiro del provvedimento governativo che ha bloccato la produzione e le esportazioni della Rwm verso il mercato arabo e delle condizioni che permettano di richiamare tutti i lavoratori licenziati e quelli destinati alla cassaintegrazione.

"Non sono le bombe a fare le guerre bensì gli uomini che sono al governo e non si capisce - si legge in una nota del segretario Attilio Melis - perché ci si accanisca solo sulla Rwm mentre le altre aziende belliche italiane continuano a produrre. La guerra in Yemen poi, non ci risulta essersi conclusa con lo stop alle forniture della Rwm".

Manifestando solidarietà a lavoratori, famiglie ed azienda il Psd'Az di Domusnovas si dice "pronto a prendere parte ad ogni forma di lotta e protesta, anche oltre Tirreno, che sarà eventualmente decisa da lavoratori e sindacati".

Di tutt'altro tono e per giunta durissimo, invece, l'intervento del segretario regionale della Confederazione Sindacale Sarda, sigla sindacale da sempre contraria all'attività della fabbrica bellica di Domusnovas. Giacomo Meloni ritiene "sbagliata una mobilitazione per una fabbrica di bombe da 260 posti di lavoro che distrugge vite, case e scuole" e suggerisce al sindaco di Domusnovas di mobilitarsi invece "affinché la Rwm costruisca motori dato che la multinazionale tedesca da cui dipende già lo fa".

Meloni si scaglia anche contro il sottosegretario alla Difesa Calvisi (che ha subito garantito impegno per trovare soluzioni al calo di commesse lavorative) e afferma che "l'obiettivo della Rwm è quello di sfruttare il ricatto dei posti di lavoro e la posizione di forze politiche, sindacati e cittadini di Domusnovas e Iglesias per sbloccare un embargo legittimo finalmente imposto dalla legge nel luglio 2019 dopo anni di mancate applicazioni".
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