Dopo otto anni di blocco, gli oltre 6mila dipendenti regionali avranno un nuovo contratto.

Quello siglato in Sardegna è il terzo firmato in Italia, dopo quelli sottoscritti in Trentino e in Friuli.

L'ha annunciato stamattina l'assessore degli Affari generali, Personale e Riforma della Regione Filippo Spanu.

Per il rinnovo contrattuale 2016-2018 sono stati stanziati 13.806.000 euro complessivi, 7.931.000 euro di risorse a regime.

Dal primo gennaio 2018 i dipendenti riceveranno un incremento totale sul loro stipendio pari al 4,2%, con un aumento dell'importo medio mensile lordo di 93,44 euro, che comprende il 2,7% di indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi dell'Unione (Ipca) e il consolidamento dell'1,5% dell'indennità di vacanza contrattuale.

L'assessore Spanu ha annunciato anche l'avvio della seconda fase di contrattazione, che prevede la riclassificazione del personale, l'introduzione di nuovi livelli apicali e di vice dirigenza e la disciplina di nuovi istituti contrattuali, come telelavoro e ferie solidali.

Prevista anche una fase di reclutamento: sono disponibili 6.600.000 euro per le stabilizzazioni, concorsi per dirigenti e funzionari, che dovrebbero essere banditi entro la fine del mese.

Tra le priorità ci sono anche una riorganizzazione della macchina amministrativa e la volontà di dare nuova linfa all'amministrazione.

Il nuovo contratto è stato sottoscritto da Uil, Saf, Cgil e Sadirs (che rappresentano il 52,29%), mentre è stato contestato e non siglato da Cisl, Fendres, Fedro e Siad (che però rappresentano il 47,72%).

Attualmente la dotazione organica dell'amministrazione regionale è pari a 2.352 dipendenti.

Esclusi i dirigenti, occorrerebbero 400 risorse, ma in base a quanto stabilito dal turn over sarà possibile coprire circa 180 posti.

Eleonora Bullegas
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