«Eliminare le spese di commissione bancaria». Lo chiedono all’unanimità i titolari degli esercizi commerciali che da oggi sono costretti ad accettare tutti i pagamenti con il Pos. Dalla colazione al bar all’acquisto di un grande elettrodomestico, passando per l’estetista, il parrucchiere o il fioraio, tutti i clienti devono poter pagare con la carta. Ma si potrà utilizzare anche dal tabaccaio, nelle edicole e dai professionisti.

«Io le sigarette con il bancomat non le faccio pagare», afferma Antonello Deiana tabaccaio. «Lo Stato non ha pensato alle conseguenze: ci dà margini di guadagno molto ristretti, ora con il Pos dobbiamo pagare anche le commissioni alle banche quindi per noi alla fine dov’è il profitto? Non possiamo andare sempre in perdita».

Tempi lunghi

Per Roberto Tronci, titolare di un’edicola in piazza Repubblica a Cagliari, oltre alle commissioni da pagare alle banche, anche il tempo che si impiega per fare uno scontrino può influire sul fatturato. «Se entrano dieci persone per acquistare un quotidiano e tutti vogliono pagare con il Pos, rischiamo che si creino code fino al Poetto e poi di non vedere più entrare nessuno, perché fare la fila non piace e i tempi tecnici con la connessione lenta che abbiamo noi si allungano. Forse sono valutazioni che forse lo Stato non sta facendo».

Compromessi

In diverse attività fino a ieri non era insolito trovare vicino alla cassa un cartello con su scritto “Non si accettano pagamenti con il Pos sotto i 15 euro”. Avviso che la maggior parte ha rimosso per non incorrere nelle sanzioni. «Dobbiamo adeguarci alla norma», evidenzia Lucia Donno titolare di un centro estetico nel capoluogo. «Sicuramente alle clienti di fiducia per le piccole operazioni chiederemo di rimandare il pagamento alla volta successiva e fare un conto unico. Se continuano a tassarci per ogni cosa anche noi saremo costrette ad alzare i prezzi e poi ovviamente rischiamo di perdere le clienti».

Anche i chioschi che vendono i fiori si adeguati ai tempi che cambiano, dando la possibilità ai propri acquirenti di pagare con la carta. «Non ho mai messo limiti, l’importante che le persone comperino e paghino», afferma Angelo Curreli, fiorista. «Dipende sempre dal cliente, spesso sono loro a porsi il problema e si propongono di pagare in contanti cifre irrisorie. Purtroppo le commissioni pesano, ma non abbiamo avuto alternative».

Nei negozi di abbigliamento, invece, ormai è diventato raro vedere i clienti utilizzare i contanti. «Su dieci transazioni, nove sono con il bancomat», conferma Chicca Bernardini titolare di un negozio. «Visto, però, che da oggi il Pos è obbligatorio dovrebbero togliere o ridurre le commissioni. Noi abbiamo un ricarico abbastanza alto, ma attività con operazioni legate a importi minori ovviamente avranno più difficoltà».

Novità

La musica cambia anche per i liberi professioni che dovranno dotare i loro studi del Pos. «Il 90% dei miei incarichi sono con gli enti pubblici, ai pochi clienti privati chiederò di farmi il bonifico», sottolinea Andrea, ingegnere di Cagliari. «Nessun cognome sul giornale, mi rendo conto di essere irregolare anche se ho un’utenza privata limitata. Non possono imporre lo stesso obbligo, per esempio, a me e a un medico specialista, perché le operazioni sono nettamente diverse e di conseguenza anche le spese da supportare».

Nello suo studio dentistico, infatti, Luca Locci, ormai lo utilizza da tempo. «Le transazioni all’80 per cento sono con il pos, il resto con assegno o bonifico – spiega –. Unico neo sono le imposte della banca, trovo scorretto che il mio guadagno debba andare, anche se in una piccola percentuale alle banche, lo Stato dovrebbe impegnarsi a ridurre queste spese e non solo ad abbattere il contante».

Stefano Murgia, avvocato, invece, rimpiange i contanti. «Resto a favore dei pagamenti in contanti, ma sono disposto a mettere in studio il Pos purché anche questo venga realmente utilizzato dai clienti e non si riduca a una spesa superflua per noi, ma sono certo che non andrà mai a sostituire del tutto le banconote».

Francesca Melis

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