Un esposto in procura sulle vicende del Porto Canale di Cagliari.

Lo ha presentato questa mattina un legale a nome di un folto gruppo di ex lavoratori dell'ex gestore terminal container Cict.

Secondo gli operatori rimasti senza lavoro dopo l'addio a Cagliari del vecchio terminalista, si tratta di una iniziativa attuata per portare "chiarezza e trasparenza".

"Ricordiamo - si legge in una nota - che si scrive transhipment ma, si legge 'continuità territoriale delle merci', si legge lavoro aggiunto, ma anche nuove opportunità di lavoro, si legge 'collegamenti diretti' con il mondo intero a costi decisamente più competitivi di quelli attuali. E per un isola rappresenta la vita stessa, ancor di più in questo tempo sospeso che tutti quanti stiamo vivendo".

La proposta: "Si trovi il modo di ridurre il canone concessorio - spiegano gli addetti - Meglio una struttura sottopagata che una struttura chiusa, meglio le buste paga rispetto agli ammortizzatori sociali. Idem per le tasse di ancoraggio. Urge rilanciare il porto prima che i mercati si assestino su altri lidi, serve garantire con un Agenzia portuale e del transhipment la non dispersione delle professionalità acquisite in oltre 20 anni di storia. Solo così saremmo in grado di innescare con un effetto volano, tutte le potenzialità dell'area vasta del cagliaritano (ma anche dell'intera isola) può esprimere nel mercato".

(Unioneonline/F)
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