Stamattina il Consigliere regionale Daniele Cocco (Alleanza Europa Verde-Sinistra-Possibile, Articolo 1) ha depositato una interrogazione sulla necessità di eliminare in tutti i territori della Sardegna le restrizioni imposte per il contrasto alla diffusione della peste suina africana.

«Queste misure impediscono il libero scambio in ambito comunitario e internazionale dei suini nati e allevati in Sardegna e dei prodotti da essi ottenuti, determinando ingenti danni all'economia regionale. La situazione epidemiologica della peste suina africana in Sardegna in questi ultimi anni è fortemente migliorata - ha spiegato il vicepresidente della Commissione Sanità - con l’eradicazione completa della malattia nell’intero territorio. Il recente Regolamento di esecuzione (UE) 2022/2486 ha previsto la zonizzazione della regione Sardegna, riclassificando gran parte della sua estensione come libero da Psa per la restante parte suddiviso in zone a restrizione progressiva denominate I, II, e III. Ancora una volta i territori più penalizzati sono quelli dell’interno e del centro Sardegna, che paradossalmente sono proprio quelli che in quest’ultimo decennio hanno subito le maggiori restrizioni e i maggiori danni economici».

«Nonostante non si registrino da anni casi di contagio nei suini allevati o bradi, le aziende isolane continuano a subire forti limitazioni, una situazione che non può più essere tollerata. Gli operatori del settore per poter lavorare e investire nel mercato extraregionale hanno bisogno di certezze da parte della Regione, specialmente in questo periodo in cui i costi di produzione, trasformazione, trasporto e commercializzazione dei prodotti agroalimentari sono in continuo aumento», ha aggiunto Cocco.

Il consigliere regionale chiede anche che sia immediatamente ritirato il decreto n. 6 dell’8 febbraio 2023, che trasferisce le competenze per l’emanazione delle ordinanze contingibili e urgenti per il controllo delle malattie degli animali, dalla Regione ai Servizi veterinari delle Asl e ai sindaci, «aggravando fortemente la responsabilità, la sicurezza e l'incolumità degli amministratori locali e dei veterinari».

(Unioneonline/F)

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