Air Italy è in liquidazione.

Si conclude così - anzitempo e con 1.200 lavoratori che rischiano di restare senza posto - il viaggio della compagnia aerea che avrebbe compiuto due anni tra poco più di una settimana, il 19 febbraio.

La fondazione dell'azienda risale infatti al 2017, al tramonto di Meridiana, attraverso l'acquisizione del 49% delle azioni di AQA Holding ad opera di Qatar Airways.

Ma l'azienda affonda, in realtà, le proprie radici a 57 anni fa, in Alisarda, il vettore fondato nel 1963 dal principe ismaelita Karim Aga Khan, rimasto fino a oggi azionista di riferimento di Air Italy con il 51% della holding.

Nel 2017 il tentativo di rilancio in società con i qatarioti, accompagnato da annunci sul rinnovo della flotta con 50 aerei - da acquistare in un quinquennio - per arrivare a servire 10 milioni di passeggeri.

1.500, invece, la quota obiettivo di occupazione fissata inizialmente dalla società, con Milano Malpensa come hub principale e Olbia come sede centrale.

Il viaggio, al di là dei proclami iniziali, non è però andato secondo i piani.

"Nel 2019, nonostante l'aumento del fatturato, che è atteso attorno ai 330 milioni di euro, le perdite previste dovrebbero toccare i 230 milioni di euro, cioè il 70% del fatturato", ha spiegato Alisarda.

"Nel 2017 (ultimo anno di Meridiana Fly), le perdite - ha proseguito la società - si attestavano a circa 40 milioni di euro a fronte di un fatturato superiore ai 350 milioni, mentre nel 2018, primo anno della partnership, le perdite ammontavano a quasi 160 milioni, vale a dire il 57% del fatturato".

Di qui la decisione di procedere con la liquidazione volontaria della compagnia, "per proteggere al meglio gli stakeholder".

(Unioneonline/l.f.)

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