È arrivato l’ok dall'assemblea dei soci del Consorzio alle modifiche sulle razze per il latte destinato alla produzione di pecorino romano Dop.

Dopo gli appelli lanciati da alcuni produttori per evitare la "contaminazione" di razze non autoctone e lo slittamento della discussione, si è trovato un accordo che potrebbe riconciliare le posizioni espresse nell’ultima riunione dello scorso anno: entro sette anni gli allevamenti che conferiscono il latte ovino per la produzione del formaggio Dop dovranno essere riconvertiti esclusivamente a razze autoctone (sarda, vissana, sopravissana, comisana eccetera).

Nei prossimi giorni sarà fissato un incontro con l'assessorato dell'Agricoltura e le agenzie regionali agricole Laore e Agris per definire le procedure e gli aspetti tecnici per lo screening degli allevamenti, i registri e gli altri adempimenti.

Sin da subito inizierà anche una serrata interlocuzione con il ministero delle Politiche agricole per rendere definitive le modifiche all'interno del disciplinare di produzione.

Come aveva spiegato a dicembre lo stesso Consorzio, era stato lo stesso dicastero a consigliare di prevedere un margine di contaminazione per tutelare gli allevatori, "mettendoli al riparo da possibili sanzioni e gravi danni economici".

Soddisfazione è stata espressa dal presidente del Centro Studi Agricoli Tore Piana: "Apprendo che all'unanimità è stato deciso di non applicare nessuna tolleranza sull'utilizzo di latte prodotto da altre razze che non siano quelle già previste nell'attuale disciplinare, che in Sardegna riguardano la pecora di razza sarda e quella nera di Arbus. Sono passati l'idea e il principio di legare la Dop al territorio, tutelare e salvaguardare la storicità delle razze ovine sarde e i tanti sacrifici per migliorare la razza sarda effettuati in decenni dai pastori sardi". 

(Unioneonline/F)

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