Anche in Sardegna dal prossimo 17 febbraio scatta l'obbligo, per molini e pastifici produttori di paste secche, di indicare nelle confezioni, in maniera chiara, l'origine del grano duro usato per la realizzazione dei loro prodotti.

È un'operazione trasparenza stabilita da un decreto del ministero delle Politiche Agricole e dello Sviluppo Economico, e non riguarda la pasta fresca.

Le indicazioni di origine vanno apposte in etichetta, in un punto in cui siano facilmente visibili e leggibili dal consumatore.

I PASTIFICI SARDI - Sono 270 nell'Isola le imprese di pastificazione alimentare, e danno lavoro a oltre 1300 persone. In Sardegna si concentra il 6,5% di tutte le imprese italiane del settore. Di tutte queste imprese, 222 (l'82%) sono attività artigiane che producono prodotti tipici sardi: culurgionis, panadas, malloreddus, frégula, semola per couscous, ravioli, coccoi prena, lorighittas, filindeu e altri tipi di pasta fresca e secca made in Sardegna. Produzioni sempre più apprezzate, in tutta Italia e nel mondo.

CONFARTIGIANATO - "La tracciabilità e la trasparenza sono elementi fondamentali soprattutto nella nostra regione - sottolinea il presidente di Confartigianato Sardegna Antonio Matzutzi - ma non vorremmo che il decreto si rivelasse solo l'ennesimo intoppo burocratico". "In ogni caso - continua - riteniamo importante informare le imprese affinché possano adeguarsi nei tempi giusti alle nuove regole: la nostra Isola in questo campo ha enormi possibilità di sviluppo e per questo i prodotti dovranno essere sempre più rispondenti a un mercato globale".

(Redazione Online/L)
© Riproduzione riservata