Proseguirà l'8 marzo, sempre al Mise, il confronto tra Moby-Cin e i commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria per cercare un accordo sui crediti e scongiurare il fallimento della società. Nel primo faccia a faccia, secondo quanto appreso, le posizioni sono rimaste distanti ma le due ore passate attorno ad un tavolo sarebbero servite per chiarirsi alcuni punti sulle proposte fatte finora, che, però, non hanno trovato ancora un consenso da parte dei commissari che dovranno esprimersi entro il 31 marzo, data fissata dal Tribunale di Milano per il deposito dell'accordo.

Il gruppo Onorato ha già messo sul piatto la sua offerta: 144 milioni di euro contro un debito di 180 milioni attualmente quantificato in 159 milioni secondo la procedura arbitrale che deve essere ancora completata.

Di questi 23 milioni arriverebbero subito nelle casse dei creditori, mentre - pur essendo un debito chirografario - i restanti 121 milioni verrebbero garantiti con l'ipoteca su quattro traghetti, che rappresentano sulla carta il 200% del credito.

Ora occorre capire cosa vorranno fare i commissari, mentre Vincenzo Onorato ha parlato nei giorni scorsi di un'ipotetica "cessione del credito a un non ben specificato 'fondo". Un'eventualità che potrebbe rappresentare una sorta di piano B nel caso di mancata intesa, ma per la quale non si hanno ancora conferme ufficiali.

Nel frattempo cresce la preoccupazione dei sindacati. Il segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo, spiega che "continuano ad arrivare notizie sull'evoluzione della partita tra Moby Cin e commissari di Tirrenia in AS e continuiamo a non ricevere dai diretti interessati nessuna informazione". "Dai commissari - spiega il responsabile Filt Cgil - vorremmo solo capire come intendono assicurare la continuità occupazionale dei circa 6mila lavoratori coinvolti, anche rispetto a questo nuovo scenario che vedrebbe la vendita dei crediti vantati nei confronti di Cin". 

(Unioneonline/v.l.)

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