Brusca frenata per fallimenti aziendali e concordati: stando almeno ai numeri, le imprese dell'Isola hanno riacquistato i ritmi e la solidità dei primi anni duemila, quando la crisi non era altro che uno spettro distante.

Secondo il rapporto del primo semestre 2017 redatto dal Cerved, l'azienda specializzata nell'analisi del credito, le imprese isolane che hanno dovuto alzare bandiera bianca si sono ridotte sensibilmente rispetto al periodo gennaio-giugno dell'anno precedente.

"I segnali della prima parte del 2017 sono positivi e ci indicano che il sistema imprenditoriale si sta progressivamente rafforzando", ha confermato Marco Nespolo, amministratore delegato di Cerved.

FALLITE 144 IMPRESE - Nell'Isola dall'inizio dell'anno le imprese che hanno dovuto affidarsi a un giudice per avviare una procedura fallimentare sono state circa 144, in calo del 16,8% rispetto allo stesso periodo del 2016. Un trend positivo ormai consolidato, in calo da sette trimestri consecutivi, che ha riportato l'asticella dei fallimenti in linea con quelli osservati nel periodo 2001-2006.

Analizzando i dati a livello settoriale, l'industria si è inoltre distinta come il comparto più solido (fallimenti in calo del 22%); i servizi invece sono stati il settore dove si è concentrato il maggior numero di procedure fallimentari sebbene, con un -12,9% nel semestre, si siano ormai avvicinate ai livelli pre-crisi.

Cali a due cifre si sono registrati anche nel Nord Ovest (-14,8%) e nel Centro (-13,3%).

Scendendo nel dettaglio dei dati regionali, Valle d'Aosta, Molise e Basilicata sono le uniche regioni che non hanno ottenuto un miglioramento, mentre i cali maggiori si sono osservati in Trentino (-32%) e Friuli (-29%).

"La riduzione dei fallimenti è un fattore di estrema importanza, in stretta relazione con il calo delle sofferenze - ha aggiunto il rappresentante del Cerved - considerando che tale miglioramento è diffuso a tutti i settori economici, siamo fiduciosi che questa tendenza possa confermarsi anche in futuro".

AUMENTANO LE LIQUIDAZIONI - L'unico piccolo neo è rappresentato dai dati sulle liquidazioni: in Sardegna il numero di imprenditori che si sono arresi procedendo con la svendita dei propri beni ha mostrato un lieve aumento (+0,3%) nella prima metà del 2017.

Erano 641 nel 2015, sono calati a 640 nel 2016, per poi risalire a 642 quest'anno. Un dato in controtendenza con l'andamento nazionale (-2,5%). Nel resto del Paese infatti le liquidazioni volontarie sono state 29mila, lo stesso numero raggiunto nel 2008, l'anno zero della crisi.

Il miglior risultato lo hanno ottenuto però le procedure non fallimentari. I titolari di azienda che hanno dovuto abbassare le serrande prima che si ufficializzasse il crac sono diminuiti nell'Isola del 40,9%, ben al di sopra della media nazionale ferma al -15,9%.
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