Quasi 10 milioni di euro di fatturato, e una crescita del 300% in un solo anno. Non sono i numeri di un imprenditore sardo di alto livello ma quelli di un fenomeno che nel 2016 ha sottratto al Fisco e ai negozianti sardi risorse per 9.859.000 euro: è la contraffazione.

L'Isola è un mare di prodotti contraffatti: abbigliamento, calzature e giocattoli senza i requisiti di sicurezza imposti dalla normativa italiana ed europea. E ancora, occhiali, borse, gioielli e apparecchiature informatiche e digitali.

AUMENTO COSTANTE - Per capire quanto questo fenomeno sia devastante per l'economia sarda, basta ricordare che nel 2015 il valore delle merci contraffatte nel mercato isolano superava di poco i tre milioni di euro (3.341.000 per l'esattezza), dunque tre volte inferiore rispetto al 2016.

Parte da qui l'allarme della Confcommercio che questa mattina alle 10 al Teatro Massimo di Cagliari presenta il progetto nazionale "Fermiamo la contraffazione" con uno spettacolo teatrale dal titolo "Tutto quello che sto per dirvi è falso", rivolto alle imprese, alle istituzioni e soprattutto al mondo della scuola. «Siamo di fronte a un fenomeno impressionante e in costante crescita», afferma Alberto Bertolotti, presidente regionale di Confcommercio.

"Facciamo poco per prevenirlo sul piano culturale", da qui la necessità di educare all'acquisto legale e responsabile i cittadini di domani, cioè gli studenti, "e se le azioni di contrasto non sono sufficienti a impedire che il mercato della contraffazione continui a crescere è solo per la carenza di organico e dotazioni delle forze dell'ordine".

ABBIGLIAMENTO - La "vittima" principale del mercato del falso è la moda, con le vendite al dettaglio di abbigliamento, calzature e borse che, a causa della contraffazione, perde a livello regionale quasi 6 milioni e mezzo di euro l'anno. Poi ci sono i giocattoli senza marchio Ce, ma anche molto altro, venduti a margine di ogni tipo di evento o manifestazione da bancarelle e ambulanti irregolari o sui siti online non legali.

"La contraffazione è un fenomeno che sta facendo la vera concorrenza alle imprese", dice ancora Bertolotti. "Molti imprenditori, a causa di abusivismo e contraffazione, rischiano poi di uscire dal mercato".

I SEQUESTRI - Alcuni dati confermano quanto questo fenomeno preoccupi i commercianti: tra il 2015 e il 2016, infatti, il numero delle operazioni di sequestro di prodotti contraffatti eseguite dalle forze dell'ordine in Sardegna è cresciuto di oltre il 40%, passando dai 293 interventi del 2015 ai 415 del 2016. Impressionante, poi, la moltiplicazione dei "pezzi" contraffatti posti sotto sequestro: erano "appena" 195.000 nel 2015, ben oltre 1 milione invece lo scorso anno.

Significa certamente che l'attività di contrasto funziona meglio, ma questi numeri dicono anche che il fenomeno "comunque cresce anche per colpa di atteggiamenti poco responsabili di quei cittadini che pur di non rinunciare alla griffe, preferiscono acquistare un prodotto contraffatto", spiega Bertolotti. Vale la pena sottolineare che, se non esistessero prodotti falsi, o meglio se emergessero dalla zona grigia dell'economia nella quale si trovano, ci sarebbe anche un aumento del gettito fiscale, tra imposte dirette (su impresa e lavoro) e indirette (Iva).

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