Per incrementare la lotta integrata contro l’infestazione da cavallette l’assessora regionale all’Agricoltura, Valeria Satta, ha provveduto al trasferimento a favore dell’Agenzia Laore, in un’unica soluzione, di 3 milioni di euro. Obiettivo completare tutte le operazioni che serviranno soprattutto per prevenire l'invasione l'anno prossimo.

Le cavallette sono ancora presenti in alcune aree della Sardegna centrale. E sulla base dei dati trasmessi dall’Università di Sassari e dall’Agenzia Laore nel corso del 2022, i Comuni interessati dalle infestazioni sono stati nel dettaglio 26: Bolotana, Bortigali, Lei, Noragugume, Olzai, Orani, Orotelli, Ottana, Silanus, Teti, Anela, Benetutti, Illorai, Sedilo, Sorradile, Austis, Bono, Bottida, Bultei, Burgos, Dualchi, Esporlatu, Nughedu Santa Vittoria, Oniferi, Sarule, Bidonì.

Il nuovo finanziamento, che si aggiunge a quello del 2022, sarà utilizzato dall’Agenzia Laore per l’esecuzione delle operazioni di monitoraggio 2023 delle grillare (siti di ovideposizione con presenza) e per l’attuazione degli interventi obbligatori di natura meccanica sui terreni, consistenti nelle lavorazioni superficiali degli stessi. 

«Laore - sottolinea l’assessora Satta - provvederà ad eseguire il monitoraggio 2023 delle grillare con i mezzi tecnici ritenuti più idonei e a fornire al Servizio Fitosanitario Regionale i dati e la mappatura dei siti di ovideposizione». Inoltre, prosegue Satta, «viene disposta l’esecuzione obbligatoria delle lavorazioni meccaniche consistenti nella lavorazione superficiale dei terreni delle zone infestate, che saranno poste in capo a imprese attive nel settore della produzione agricola primaria, agli Enti pubblici proprietari o conduttori a qualunque titolo di terreni».

Sarà poi attivato «un regime di aiuti in “de minimis” a compensazione dei costi sostenuti per le lavorazioni meccaniche che verranno effettuati».

«Stiamo dando ulteriori fondi – ha concluso Satta – rendendo però obbligatorie le arature, come gli allevatori e agricoltori hanno sempre richiesto e lo rendiamo obbligatorio perché poi chiaramente, chi vuole poter beneficiare delle risorse inerenti ai danni subiti, deve comunque garantire di aver arato il terreno».

(Unioneonline/v.l.)

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