La giunta regionale guidata da Alessandra Todde ha approvato una delibera per stanziare 1 milione di euro per contrastare il cosiddetto “part-time involontario”, che in Sardegna penalizza soprattutto le donne, costrette a orari ridotti e stipendi più bassi.

«Le linee di indirizzo della misura – spiega la governatrice prevedono incentivi alle aziende che trasformano contratti part-time a termine in rapporti di lavoro a tempo pieno e indeterminato. Il contributo coprirà fino al 75% della retribuzione lorda annua per donne e giovani fino a 34 anni, il 70% per lavoratori tra i 35 e i 49 anni e il 65% per gli over 50. L’obiettivo è rafforzare l’occupazione stabile e garantire migliori condizioni di vita, con particolare attenzione alle lavoratrici più esposte alla precarietà».

«I contratti part-time, quando imposti dal datore di lavoro, possono diventare una trappola da cui difficilmente si riesce ad uscire», afferma l’assessora regionale al Lavoro Desirè Manca. Che aggiunge: «Dietro il fenomeno del part-time involontario si cela una forma di precariato che colpisce soprattutto le donne, costrette a lavorare meno ore, ad accettare buste paga ridotte e spesso a fare straordinari non retribuiti. Di fatto, è un ostacolo a un’indipendenza economica reale che impedisce al lavoratore di pianificare il futuro, una famiglia, di avere una qualità della vita dignitosa. Troppo spesso è una condanna a una vita di povertà. Per questo – conclude Manca – abbiamo studiato una nuova misura di contrasto a questo fenomeno, volta al miglioramento delle condizioni lavorative, che consiste nell’erogazione di un incentivo in favore delle aziende che trasformano i contratti part-time in assunzioni a tempo pieno».

(Unioneonline/l.f.)

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