La Sardegna in prima fila a Parma in difesa del cibo sicuro
L’iniziativa di Coldiretti si è chiusa davanti alle sede dell’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentarePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Anche la Sardegna in prima fila a Parma in difesa del cibo Made in Italy e della difesa della salute. Un grande corteo ha attraversato le strade e le piazze della città emiliana (una delle capitali dell’agroalimentare italiano), guidato dal presidente nazionale Ettore Prandini e dal segretario generale Vincenzo Gesmundo. La manifestazione si è chiusa con un sit-in davanti alla sede dell’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, che ha il compito di valutare l’immissione sul mercato dei nuovi alimenti.
«In Sardegna produciamo eccellenze uniche al mondo, frutto della nostra storia e delle nostre tradizioni. Non possiamo accettare che il nostro modello agricolo venga messo in pericolo da cibi artificiali senza adeguati studi clinici sulla loro sicurezza», ha dichiarato Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna, ribadendo la necessità di difendere il settore dalle pressioni delle multinazionali e delle lobby.
Alla mobilitazione hanno partecipato anche numerosi sindaci sardi, a partire da quelli dei comuni a forte vocazione agricola e pastorale, testimoni diretti delle difficoltà che gli imprenditori del settore affrontano quotidianamente.
«In piazza oggi c’è un intero mondo agricolo che non chiede favori, ma rispetto e tutele per un settore strategico. La Sardegna è presente a Parma perché sappiamo quanto la nostra agricoltura sia già messa a dura prova da burocrazia, crisi di mercato e cambiamenti climatici. Non possiamo permettere che si aggiungano altri problemi», ha aggiunto Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna.
A supporto della mobilitazione, anche la campagna digitale #facciamoluce, che mira a sensibilizzare i consumatori sui rischi del cibo sintetico e a promuovere un’alimentazione consapevole, radicata nella tradizione agricola italiana. Un messaggio chiaro e forte che dalla Sardegna vuole arrivare fino a Bruxelles: difendere il cibo naturale significa difendere il futuro delle imprese agricole, il benessere dei consumatori e l’identità del nostro territorio.
(Unioneonline)