È stata approvata ieri in Cdm – con ministri della Lega assenti – il disegno di legge delega per la revisione del sistema fiscale.

Un “contenitore” in dieci punti che traccia alcune linee di indirizzo per una futura revisione complessiva del sistema dei tributi, sulla base di alcuni principi – piuttosto generici – stabiliti dalla stessa norma, che dovranno orientare l’azione del governo nei suoi decreti delegati.

Quattro i pilastri su cui si basa l’impianto della riforma:

1) lo stimolo alla crescita economica attraverso una maggiore efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione

2) la razionalizzazione e semplificazione del sistema anche attraverso la riduzione degli adempimenti e l’eliminazione dei micro-tributi

3) la progressività del sistema, come riporta la Costituzione

4) la lotta all’evasione e all’elusione fiscale

Il disegno di legge stabilisce poi alcuni ambiti prioritari di intervento, che toccano in concreto gli interessi – e il portafogli –dei cittadini. In ogni caso i tempi prospettati sono piuttosto lunghi: la seconda fase non inizierà prima del 2022, anno durante il quale la riforma vera e propria inizierà a prendere forma.

LA RIFORMA DEL CATASTO – La cosiddetta riforma del catasto – al centro dell’articolo 7 del testo – è attualmente il tema più controverso sul piano politico, con la Lega che si è dichiarata contraria alla misura, considerandola una sorta di patrimoniale. Definizione che lo stesso premier Mario Draghi si è affrettato a smentire categoricamente.

Il testo prevede infatti, l’introduzione di modifiche normative e operative per favorire l’emersione di immobili e terreni non accatastati, ma anche l’avvio di una procedura per raccogliere e integrare le informazioni sui fabbricati già schedati al catasto (i cui ultimi aggiornamenti risultano alla fine degli anni Ottanta), rilevando per ciascuna abitazione il valore patrimoniale in base ai valori attuali dal mercato e introducendo dei meccanismi per adeguamenti periodici.

"Un esercizio di mappatura”, come lo ha definito il ministro dell’Economia Daniele Franco, che non avrà alcun “effetto immediato” a livello di tasse (Imu, imposte di registro, tasse di eredità o donazione) o di calcolo dell’Isee: le nuove informazioni non saranno rese disponibili prima del primo gennaio 2026.

Gli estimi catastali, le rendite e i valori patrimoniali per la determinazione delle imposte rimangono dunque quelli attuali.

"Nel 2026 verrà usato da chi vorrà utilizzarlo”, ha chiarito ancora Franco.

IRPEF – Il disegno di legge prevede una rivoluzione per quanto riguarda le imposte sui redditi personali, in particolare l’Irpef e le imposte sostitutive. Il pilastro su cui baserà l’intervento del legislatore è la riduzione delle aliquote effettive che si applicano ai redditi da lavoro, tra le più alte fra i Paesi dell’Unione europea.

Il provvedimento dovrebbe alleggerire la pressione fiscale sui redditi medio-bassi e incentivare l’offerta di lavoro, soprattutto nelle classi di reddito dove si concentrano i secondi percettori di reddito e i giovani.

In pratica, la riforma si tradurrebbe nella riduzione di almeno uno o due punti dell'attuale aliquota del 38%.

Per i redditi da capitale la tassazione sarà proporzionale, tendenzialmente con un’aliquota uguale per tutti i redditi da capitale, ma con gradualità. L’intervento dovrà andare dunque nella direzione di una razionalizzazione ed efficientamento dell’attuale sistema.

IVA – Per quanto riguarda l’Iva, si stabilisce l’obiettivo di razionalizzare l’imposta, con riguardo anche ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le aliquote stesse. Lo scopo è quello di semplificare la gestione del tributo e di ridurre i livelli di evasione e di erosione dell’imposta.

RISCOSSIONE – Il testo interviene per riformare il sistema della riscossione superando l’attuale assetto che vede una separazione tra il titolare della funzione di riscossione (Agenzia delle Entrate) e il soggetto incaricato dello svolgimento dell’attività (Agenzia delle Entrate-Riscossione).

Il potenziamento dell’attività potrà derivare dall’adozione di nuovi modelli organizzativi e forme di integrazione nell’uso delle banche dati ancora da definire.

IRES E IRAP – Nella bozza della delega fiscale c'è anche la revisione dell’Imposta sul reddito delle società e della tassazione del reddito d'impresa per ridurre gli adempimenti amministrativi a carico delle aziende.

L’Ires vedrà in prospettiva l’abbandono del doppio binario tra bilancio civilistico e dichiarazioni fiscali. Il fine ultimo è quello di spingersi verso l’applicazione di un’unica aliquota proporzionale di tassazione dei redditi derivanti dallo svolgimento dell’attività d’impresa. La misura mira alla semplificazione del sistema anche “allineando la disciplina a quella vigente nei principali Paesi europei”.

Infine, secondo quanto riporta l’articolo 4, si andrà verso un graduale superamento dell’Irap, l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive.

(Unioneonline/F)

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