La mal parata la toccano con mano cinque giorni prima della resa dei conti. Quando i signori del vento, calati in Sardegna dalle “Alp Grüm”, nella Svizzera quasi italiana, a due tiri di schioppo da St. Moritz, sfogliano le carte delle opposizioni alla scalata eolica nel mare sardo capiscono subito che su quelle pale soffia bufera. Qualcuno nei palazzi di Roma gli aveva garantito tappeti rossi e mari ventosi, incentivi miliardari e permessi rapidi. Non è andata esattamente così, almeno per il momento. Quegli impegni sottobanco raccattati in qualche compiacente salotto romano si sono rivelati una mera e pia illusione. Gli atti sottoscritti e depositati nei giorni scorsi nelle stanze della Capitaneria di Porto di Cagliari hanno spalancato un orizzonte tanto inatteso quanto schietto: quei grattacieli in mezzo al mare sardo non avranno galleggiamento agiato, anzi, tutt’altro.

Salta la “prima”

La conferenza dei servizi, quella per decidere la concessione di uno specchio acqueo pari a nove mila (9.000) campi di calcio nelle acque salate davanti alla penisola interdetta del poligono di Teulada, era stata programmata con tutti gli onori di un evento. L’appuntamento nella sala delle Patenti nautiche della Capitaneria di Porto di Cagliari aveva data e orario: ore 9.30 di oggi 18 luglio. L’occasione era pari ad una “prima” della Scala, con tanto di invitati per le prime e seconde file. Tutti precettati per decidere se concedere o meno ai signori del vento quegli immensi spazi acquei nella costa sud occidentale dell’Isola. Una sorta di procedura “apripista” alla quale sarebbero seguite quelle per gli altri 8 progetti presentati tra il Golfo degli Angeli e le Isole di Sant’Antioco e San Pietro, con una propaggine verso Porto Flavia e il Pan di Zucchero di Masua. Analoga procedura anche per le Capitanerie di Olbia e di Porto Torres. Non gli è andata bene. Il 13 luglio i signori di Repower hanno utilizzato i canali informatici per battere ritirata:«Visti i pareri espressi, considerati i contributi, vi chiediamo di sospendere le procedure di concessione demaniale per lo specchio acqueo antistante la costa meridionale della Sardegna».

(L'Unione Sarda)
(L'Unione Sarda)
(L'Unione Sarda)

I siluri dei primi cittadini

Da una parte lo “Stato confusionale” dei Ministeri di Roma e dall’altra lo schieramento “armato” dei Sindaci del Golfo degli Angeli, insieme a quelli del Sulcis. Sul dossier del parco eolico, da piazzare a ridosso della penisola interdetta di Teulada, al confine con lo specchio acqueo già vietato per i bombardamenti di Stato, sono finiti i “siluri” dei Comuni che da Sarroch sino a Sant’Anna Arresi hanno schierato la contraerea pesante, quella delle opposizioni dure e forti, senza tentennamenti. Argomentazioni tecniche, ambientali e strategiche. I pareri pervenuti prima della “ritirata” della Repower si dividono in tre categorie: quella dei Sindaci coraggiosi pronti ad una vera e propria crociata contro l’invasione eolica del mare di Sardegna, quella dei “servitori” dello Stato, proni e ossequiosi al volere di Roma e dei signori del vento e, infine, quella degli “attendisti”, protesi a chiedere rinvii e approfondimenti, compreso qualche assessorato regionale.

Coraggiosi & proni di Stato

Nella prima categoria, quella dei Sindaci “coraggiosi”, ci sono i primi cittadini di Sarroch, Settimo San Pietro, Pula, Domus de Maria, Teulada e Sant’Anna Arresi, in pratica tutti quelli direttamente connessi al progetto eolico offshore dei signori venuti d’oltralpe a sfruttare il maestrale dell’Isola. Nella seconda categoria ci sono i “favorevoli”, tutti annoverati come tali direttamente dalla sintesi della Capitaneria di Porto di Cagliari che inserisce in questo elenco gli “scontati” e qualche “sorpresa” in salsa sarda. Tra quelli pronti a spalancare le finestre agli elvetici del vento ci sono gli apparati della “Difesa” dello Stato, Comandi generali militari dell’Esercito e della Marina, evidentemente non totalmente appagati delle servitù guerrafondaie che impongono all’Isola. Insieme ai Generali favorevoli all’invasione eolica nel mare sardo c’è persino l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna che resta pur sempre una propaggine di Stato in terra sarda.

Pale & ombrelloni

E, infine, tra i pareri contemplati dalla Capitaneria come favorevoli c’è anche quello della Città Metropolitana di Cagliari. La carta intestata della “Metropolitana” è vergata da un dirigente, quello dell’Ambiente, che in una “modesta” quanto superficiale valutazione, degna di una procedura autorizzativa per un ombrellone in spiaggia, affida il proseguo dell’iter futuro a un perito chimico. Un parere a dir poco disarmante proprio perché ignora la presa di posizione durissima dei Sindaci costieri che dell’organismo sovracomunale sono parte integrante e decisiva. La terza categoria è quella che Dante collocava in uno dei gironi, in chiave eolica, meno nobili della Divina Commedia: gli attendisti. In questa fattispecie si annoverano gli assessorati regionali dell’Ambiente e dell’Agricoltura, il primo, quello ambientale, con un parere del direttore generale, puntuale e circostanziato, con alcuni richiami normativi che lasciano presupporre un percorso autorizzativo in contrasto con la pianificazione regionale e dall’altra quello agricolo e della pesca con una richiesta di proroga termini degna della più feconda politica del rinvio e dei ritardi. A segnare la vera resistenza al piano di invasione eolica del mare, però, sono i Sindaci.

Artiglierie pesanti

Le analisi depositate in Capitaneria sono compiute e senza mezze parole: questi impianti sono devastanti per l’ambiente, per il paesaggio, per il futuro turistico dei nostri territori, sono un’imposizione intollerabile che mira a sfruttare le nostre coste senza alcun beneficio concreto per le nostre comunità. Le artiglierie comunali partono dal punto di approdo elettrico: Sarroch. Il Sindaco Angelo Dessì non si sottrae a una premessa obbligata: «Il territorio di Sarroch è già fortemente danneggiato da un punto di vista ambientale e di impatto visivo e percettivo dalla presenza del petrolchimico».

Basta scempi

Lo sguardo del primo cittadino di Sarroch, però, è rivolto al futuro: «Non possiamo accettare l’ennesimo scempio visivo e invasivo, con il posizionamento di opere quali trasformatori, tralicci, locali tecnici, che possano sfigurare irrimediabilmente il territorio». Parere in calce: «Negativo». Villa San Pietro, la porta verso l’enclave turistico della Sardegna del Sud, chiude ogni spiraglio. Scrive il Sindaco Marina Madeddu: «Il parco eolico sarà visibile a chilometri di distanza e per questo motivo costituirà una radicale modificazione del paesaggio e dell’ecosistema nel quale si inserisce interrompendo l’orizzonte e creando una discontinuità attraverso l’alterazione del paesaggio» . Severa e decisa la conclusione del primo cittadino: «Questa amministrazione ribadisce con decisione il proprio parere contrario alla realizzazione del parco eolico offshore» . Walter Cabasino, Sindaco per la terza volta di Pula, territorio che comprende la splendida insenatura archeologica di Nora e Santa Margherita, la frazione delle vacanze, di fatto la residenza del “Forte Village”, regno incontrastato del primo resort turistico al mondo, non ha fatto passare nemmeno un giorno dal suo insediamento.

Prima di tutto No

Il primo atto che ha firmato è l’opposizione all’invasione eolica. Un «No» secco espresso con la forza e l’autorevolezza di un territorio “scolpito” geneticamente dal sole e dal mare: « Questa amministrazione comunale ribadisce la propria ferma e forte contrarietà alla realizzazione di questo parco eolico. Si chiede venga respinta la proposta della Repower Renewable» . La prima a segnare le distanze da questa invasione del mare sardo era stata Concetta Spada, sindaco di Domus de Maria. Il suo parere, tecnico e giuridico, non ha tralasciato gli aspetti economici: « Si manifesta la totale contrarietà alla realizzazione di tali impianti per le ricadute fortemente negative sull’immagine del territorio e sullo sviluppo della comunità, la cui economia è fondata principalmente sul turismo di qualità e sui servizi ecosistemici che derivano proprio dalla elevata valenza delle risorse naturalistico- ambientali, paesaggistiche e storico culturali dell’ambito costiero di Domus de Maria» .

Teulada ha già dato

Nella terra delle servitù militari, in quel lembo di Sardegna devastato da missili e bombe, a Teulada, ti aspetti qualche margine di trattativa verso i signori del vento. La realtà è l’esatto contrario: il sindaco Daniele Serra «ribadisce la propria ferma e forte opposizione alla realizzazione del parco eolico nello specchio acqueo antistante le coste territoriali del Comune di Teulada». Le ragioni non sfuggono al tema dell’occupazione militare: «Possiamo dire, senza timori di smentita, che la comunità di Teulada “ha già dato” in termini di rinuncia ai propri territori per le “ragioni di Stato”».

Attacco all’immagine

A chiudere l’arco costiero dei Comuni a rischio invasione eolica è Maria Teresa Diana, storico primo cittadino di Sant’Anna Arresi, territorio confinante con Teulada e immerso nelle esclusive dune di Porto Pino. Le sue parole sono un’opposizione senza ritorno: «Il Comune di Sant’Anna Arresi esprime una netta contrarietà alla realizzazione dell’impianto eolico». Alle ragioni ambientali se ne aggiunge una forte e chiara: «Questi enormi impianti eolici avrebbero un impatto sul territorio che andrà a pesare negativamente sull’immagine naturale che qualifica la nostra offerta turistica». Sindaci contro pale eoliche: sei a zero. I supporter dell’invasione eolica nel mare di Sardegna, però, ci sono. Si annidano a Cagliari come a Roma. Per ora sono nascosti, o quasi, ma sono in agguato. Meglio vigilare.

( 2.continua)

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