“Lo Stato sta creando le condizioni per una vera e propria Sardexit”. È la posizione netta della commissione speciale per l’Insularità che oggi ha chiesto un incontro con i presidenti dei gruppi del Senato. In particolare, lancia un appello affinché la proposta di legge di iniziativa popolare per il riconoscimento dell’Insularità in Costituzione e il disegno di legge approvato dall’Assemblea sulla compensazione dei costi derivanti dal gap possano essere approvati dal Parlamento entro la fine della legislatura.

“Lo Stato sembra ignorare che i problemi che derivano dalla condizione di insularità non possono essere considerati di una sola Regione, ma sono una cruciale questione nazionale che Governo e Parlamento non possono snobbare ancora a lungo”, ha spiegato il presidente del parlamentino speciale Michele Cossa, affiancato dai commissari Roberto Li Gioi (M5s), Dario Giagoni (Lega), Francesco Agus (Progressisti). Infatti, ha aggiunto, “l’urgenza di una modifica costituzionale emerge con tutta la sua evidenza se si considera che il grave e permanente svantaggio a cui è esposta la Sardegna ha un costo di circa 5700 euro per ogni sardo, oltre un quarto del Pil pro capite che, tenendo conto della popolazione, corrisponde a circa 9,4 miliardi di euro di minore prodotto annuo”.

Ma il paradosso, secondo i commissari, “è che siamo davanti a uno Stato consapevolmente sordo, che promette di accorciare il gap tra Nord e Sud del Paese, ma che davanti a proposte d’intervento dimentica il grido di dolore della Regione più penalizzata”. 

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