In Sardegna sono quasi 26mila i lavoratori indipendenti irregolari che, operando totalmente in nero o in posizione “border line” rispetto alle regole, danneggiano le migliaia di attività regolari, soprattutto artigiane, presenti nell’Isola con grave impatto sull’economia regionale. L’elenco delle professioni sotto attacco è lungo: pittori e imbianchini, estetisti, muratori, riparatori di elettrodomestici, idraulici, tassisti ma anche meccanici, carrozzieri, fotografi, elettricisti, giardinieri, traslocatori e videoperatori.

La rilevazione sui “Reati che colpiscono l’attività d’impresa” è stata realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha rielaborato i dati Istat del 2023.

La classifica nazionale, che ha analizzato i dati assoluti, è aperta dalla Lombardia con 104.500 mila “fantasmi”, seguita dalla Campania con 96.600 e Lazio con 90.600. In totale in Italia sono stati stimati quasi 600mila abusivi e irregolari.

Secondo l’analisi, le imprese edili sono quelle maggiormente sotto attacco da parte di queste “figure fantasma”; il 91,6% delle aziende del settore subisce la concorrenza sleale da parte di imbianchini, pittori e muratori. Al secondo posto il benessere, ovvero acconciatori, estetisti e onicotecnici, con l’87,6%. Al terzo posto i servizi di riparazione di beni per uso personale e per la casa all’83,6%. Segue l’idraulica (79,1%), il trasporto persone-tassisti (78,5%), manutenzione autoveicoli (71,5%), fotografi (71,2%), elettricisti (69,9).

L’abusivismo nel settore, oltre a costare milioni di euro alla previdenza sociale e alla fiscalità generale, è un fenomeno irregolare che fa concorrenza sleale a chi esercita con tutte le autorizzazioni e certificazioni.

«Il fenomeno degli irregolari nel settore artigianale, rappresenta una minaccia sia per i lavoratori onesti che per i consumatori – afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Sardegna – la presenza di operatori fantasma non solo danneggia economicamente le imprese che rispettano le normative, ma comporta anche rischi per la salute e la sicurezza di chi usufruisce di servizi non certificati e privi delle necessarie garanzie igienico-sanitarie». «Come Associazione vogliamo e dobbiamo tutelare gli artigiani regolari, quelli che sono colpiti due volte, nel reddito e da contribuenti onesti – continua Meloni – il fenomeno continua a danneggiare tutte le imprese e i cittadini che pagano le tasse e rispettano le leggi. Oltre che con tributi e burocrazia – prosegue il Presidente – gli artigiani devono confrontarsi pure con la concorrenza sleale che sottrae clienti e importanti fette di mercato. L’abusivismo in questo comparto non è solo un danno per le imprese regolari che operano nella legalità, alla luce del sole, ma soprattutto un oltraggio i clienti».

«Dobbiamo sforzarci tutti nell’affrontare la piaga della concorrenza sleale, che colpisce in modo letale e invasivo importanti settori economici – aggiunge Daniele Serra, Segretario di Confartigianato Sardegna – come quelli dell’edilizia, dell’impiantistica, della falegnameria e serramentistica, dell’autoriparazione e del benessere, ovvero estetica ed acconciatura, del settore alimentare, dove la lotta di aziende e piccoli artigiani contro gli abusivi è feroce e quotidiana, ad armi impari». «La situazione è molto seria, oggi più di ieri: il mestiere non si improvvisa, teniamo alta l’attenzione e mettiamoci solo in buone mani – aggiunge – inoltre l’abusivismo incide profondamente sullo sviluppo del comparto artigiano e per questo proseguiremo a stimolare le Istituzioni per invertire la rotta ad una delle emergenze più preoccupanti della Sardegna».

(Unioneonline)

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