Buste paga più leggere in 22 province italiane su 107, ma la Sardegna va in controtendenza, con Oristano e il Sud Sardegna che fanno registrare l’incremento maggiore nei salari dei lavoratori dipendenti, rispettivamente +11,8% e +11,2%. Resta, però, la “magrezza” complessiva dei compensi, che pongono le province dell’Isola molto lontane dai primi posti a livello nazionale.  

Lo certifica il nuovo report del Centro Studi delle Camere di Commercio “Guglielmo Tagliacarne”, che ha confrontato i dati sulle retribuzioni da lavoro dipendente del 2019 con quelli del 2021.

Dal dossier emergono salari più magri di oltre mille euro a testa per i dipendenti di Venezia, Firenze e Prato. Mentre le crescite al top si rilevano a Milano (+1.908 euro), Parma (+1.425) e Savona (+1.282).

Sotto la Madonnina i dipendenti sono anche i meglio pagati d’Italia, con uno stipendio medio di 30.464 euro nel 2021, due volte e mezzo la media nazionale di 12.473 euro e nove volte più alto di quello di Rieti fanalino di coda nella classifica retributiva.

E in Sardegna? Come detto a Oristano e nel Sud Sardegna si registrano gli incrementi maggiori, ma nella graduatoria complessiva delle province/città metropolitane per redditi da lavoro dipendente pro capite la prima è al 76esimo posto con un reddito medio pari a 7.723,58 mentre la seconda è al 96esimo posto con 6.513,93 euro.

La provincia dove le cose vanno meglio è Cagliari – diciassettesima – dove il reddito da lavoro dipendente pro capite del 2021 si attesta a 14.244,03 euro, con un 4,9% rispetto al 2019.

Sassari, invece, si piazza al 56esimo posto della graduatoria, con 9.016,39 euro e con un aumento davvero minimo rispetto al 2019, pari allo 0,8%.

Nel complesso, a livello nazionale, in questi tre anni le retribuzioni medie sono aumentate di 301 euro, ma, come detto, in 22 province sono diminuite di 312 euro.
Secondo il direttore generale del Centro Studi “Tagliacarne”, Gaetano Fausto Esposito, «se confrontiamo la graduatoria del pil pro capite (che misura la produzione della ricchezza) con quella delle retribuzioni, vediamo che nel primo caso praticamente tutte le ultime trenta posizioni sono appannaggio di province meridionali (con la sola eccezione di Rieti), mentre in quella delle retribuzioni pro-capite troviamo ben 10 province del Centro-Nord, il che induce a riflettere sulle politiche dei redditi a livello locale».

(Unioneonline/l.f.)

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