Nel 2022 il ruolo economico dell'incentivo Superbonus in Sardegna è stato decisamente più importante rispetto al resto d'Italia. Gli investimenti attivati nell'Isola dall'aiuto hanno contribuito alla variazione del Pil per ben 568,7 milioni di euro: 1,8 punti percentuali di crescita su un totale di 2,9 punti percentuali.

Oltre il 61% della crescita del PIL sardo nel 2022 è, dunque, da ascrivere a lavori di riqualificazione incentivati col 110%. È quanto emerge da una ricerca del Centro studi della Cna Sardegna sull'utilizzo degli incentivi fiscali per la riqualificazione edilizia.

Nel 2022 il valore degli investimenti legati al superbonus (30% residui dell'anno precedente +70% di quelli asseverati nell'anno) è stato di circa 1,13 miliardi di euro. Per i lavori incentivati col superbonus sono stati spesi 832 milioni di euro nel 2022, 264 milioni nel 2021 e 86 milioni nel 2020.

Gli 832 milioni di euro di investimenti del 2022 hanno attivato circa 6.670 occupati nel settore delle costruzioni (considerando costruzioni e indotto diretto e indiretto si arriva a circa 12.600 occupati).

Secondo l'organizzazione artigiana, la possibilità di cessione del credito di imposta, poi estesa agli altri incentivi (ecobonus, bonus ristrutturazioni, bonus facciate), ha liberato una grande quantità di risorse, alimentando la spesa per investimenti e l'attività edilizia. Limitandosi al superbonus, in Sardegna il numero di lavori interessati è stato enorme e la spesa necessaria per la loro realizzazione ha sostenuto sia la crescita dell'economia regionale, sia l'occupazione.

«A un mese dall'avvio del tavolo a Palazzo Chigi non si registrano progressi significativi - commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di Cna Costruzioni -. Anche in Sardegna registriamo una situazione esplosiva, con centinaia di imprese che avendo terminato la liquidità devono sospendere l'attività fermando i cantieri, accumulando ritardi nei pagamenti ai dipendenti. Senza una soluzione immediata lo spettro è il fallimento. Il Governo metta in campo l'intervento diretto di un acquirente pubblico di ultima istanza anche coinvolgendo le grandi imprese partecipate e consentendo agli istituti di credito di utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati dalle imprese», concludono. 

(Unioneonline/v.l.)

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