Sempre più lunga la lista delle grandi aziende che interrompono i business con la Russia.

Non solo per solidarietà nei confronti dell’Ucraina invasa da Mosca ma anche per motivi economici: il conflitto sta provocando gravi interruzioni della catena di approvvigionamento e delle condizioni commerciali. 

Dall'Italia, il settore bancario riflette sul da farsi mentre Sace (che opera nel settore assicurativo-finanziario) lancia un allarme sul "rischio di credito delle controparti pubbliche e private" di Mosca dopo le sanzioni imposte da numerosi Paesi che ostacolano i pagamenti nelle relazioni commerciali con l'estero e avverte anche su un "rischio espropri come ritorsione". Assicurazioni Generali chiude l'ufficio di rappresentanza a Mosca e le attività di Europ Assistance nel Paese.

Il gruppo Intesa Sanpaolo che conta 28 filiali e oltre 900 dipendenti in Russia ha detto che la sua presenza lì "è oggetto di valutazioni strategiche". Anche Unicredit monitora la situazione e ribadisce che la banca in Russia rappresenta circa il 3% dei ricavi e del capitale allocato del gruppo. Da Leonardo, che con la Russia non ha relazioni commerciali per le attività nella Difesa, fanno sapere che nel civile seguiranno ogni indicazione del Governo. Michelin ha sospeso alcune attività in impianti in Europa per difficoltà logistiche. 

Passo indietro persino del colosso svedese dell'arredamento Ikea, che ha sospeso produzione, vendita, import ed export, con un impatto diretto su 15mila collaboratori in Russia e Bielorussia, che adesso rischiano il posto di lavoro. Si fermano altre fabbriche come quella dell'auto Volkswagen che sospende anche le esportazioni in terra russa; blocco anche dalle principali case automobilistiche giapponesi da Toyota per criticità legate all'approvvigionamento delle forniture nello stabilimento di San Pietroburgo (100.000 veicoli all'anno), Honda che ha deciso di fermare l'invio delle proprie auto in Russia per le difficoltà nel sistema dei pagamenti in quanto le vetture vengono trasferite dagli Stati Uniti, Mazda che bloccherà le forniture di parti di ricambio. Attività commerciali sul territorio russo e online chiuse da Apple e Nike, mentre Eni ha deciso di vendere la sua quota nel gasdotto Bluestream con Gazprom.

Nel settore energetico Shell vuole uscire dalla joint venture con Gazprom e ha preso le distanze da Mosca anche Exxon pianificando una uscita graduale dal paese. Sul fronte della grande industria Boeing ha sospeso supporto tecnico e manutenzione dei suoi aerei alla compagnie russe, Bmw ha bloccato le esportazioni, Ford e Mercedes hanno sospeso le attività, Renault ha chiuso l'impianto di Mosca, Daimler Truck ha interrotto la partnership con Kamaz e si è fermata anche la tedesca Siemens.

(Unioneonline/D)

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