Il conto è in rosso per migliaia di sardi. Due anni di pandemia non hanno certo aiutato, ma la vita va avanti lo stesso, e se il mondo per mesi si è fermato, altrettanto non hanno fatto rate di mutui, prestiti e leasing. Ecco perché nell’Isola migliaia di famiglie e aziende hanno dovuto ricorrere a nuovi finanziamenti per restare a galla, aumentando però ulteriormente il proprio indebitamento in vista di una ripresa economica ancora in dubbio.

I numeri

Il panorama tutt’altro che roseo lo ha riassunto il report della Cgia di Mestre che, incrociando i dati di Banca d’Italia e Istat, ha registrato nell’ultimo biennio un aumento del passivo pro capite dei sardi del 5,7%. Il debito accumulato da ogni sardo è salito quindi fino a quasi toccare i 17mila euro.

Il focus provinciale penalizza ovviamente i territori più ricchi e dal tenore di vita maggiore: non sorprende quindi che nel Cagliaritano l’indebitamento medio sfondi il tetto dei 21.900 euro, mentre a Sassari, sebbene sempre sopra la media regionale, si fermano a 17.253 euro. Più contenuti i passivi per i residenti nelle province di Oristano (13.579 euro), Sud Sardegna (13.477 euro) e Nuoro (11.996 euro).

Niente panico

«Ancorché lo stock dei debiti sia in aumento e gli effetti negativi del caro vita e del caro bollette siano esplosi solo dopo l’inizio di quest’anno, la situazione è critica, ma non drammatica», chiariscono i responsabili dell’indagine. «È probabile che l’incremento sia in parte riconducibile alla forte ripresa economica avvenuta l’anno scorso. Va altresì segnalato che le aree provinciali più indebitate sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati. Sicuramente in queste realtà tra gli indebitati ci sono anche nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli».

Timori e speranze

Insomma, se da una parte l’impennata dei costi energetici ha massacrato i bilanci di imprese e famiglie, dall’altra è possibile che questo aumento della richiesta di credito sia funzionale a una maggiore propensione all’investimento in vista di una ripartenza che in realtà, per ora, non sta dando segnali chiari. «I segnali di criticità nel tessuto regionale non mancano – conferma Francesco Porcu, segretario di Cna Sardegna -, e con i rincari su energia e carburanti registrati quest’anno il quadro potrebbe anche aggravarsi, visto che la la fine dell’emergenza sanitaria non si è ancora completata. Una potenziale emergenza che necessità quindi di interventi immediati per sostenere il credito delle realtà isolane, soprattutto quelle più deboli, che rischiano di diventare sempre più fragili e potenzialmente facili prede per usurai. Un fenomeno che, sebbene non così pesante come in altre realtà, non è comunque trascurabile».

Luca Mascia

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