I cagliaritani e il lavoro: due su tre soddisfatti della propria retribuzione
Fra i dati unici in Italia, la preferenza per la modalità al 100 per cento in presenzaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Due cagliaritani su tre si dichiarano soddisfatti della propria retribuzione e sono anche gli unici che, a livello italiano, manifestano preferenza per una modalità lavorativa al 100 per cento in presenza, rispetto all’alternativa presenza + remoto.
Sono i dati che emergono da una ricerca di Changes Unipol elaborata da Ipsos incentrata sul mercato del lavoro in Italia e sulle nuove tendenza.
I lavoratori di Cagliari, inoltre, sono tra i più propensi a spostarsi all’estero (1 su 3), apprezzano l’idea della settimana corta di 4 giorni (81 per cento), e uno su tre vorrebbe migliorare il rapporto tra vita privata e occupazione anche a costo di una lieve riduzione di retribuzione.
Una dei risultati più significativi è quello relativo alla propria posizione lavorativa attuale. Infatti, con il 79% di soddisfatti Cagliari si attesta come la più soddisfatta tra le città italiane intervistate, a fronte di una media nazionale del 61%.
Spicca in positivo anche il giudizio sulla retribuzione con 2 lavoratori su 3 (il 67%) che si ritengono appagati, anche se soltanto il 7% si definisce “molto” soddisfatto, probabilmente anche a causa di un costo della vita più contenuto rispetto ad altri territori: nel Nord e nel Centro Italia, infatti, i soddisfatti per la retribuzione scendono a poco più della metà dei lavoratori (il 53%).
Per i cagliaritani la retribuzione rappresenta il criterio di scelta più rilevante per valutare un’offerta di lavoro: viene infatti indicato dal 39% di coloro che lavorano, percentuale comunque inferiore alla media italiana (pari al 50%).
Il secondo criterio di scelta è invece la possibilità di conciliare il lavoro con le esigenze della vita privata, indicato dal 38% dei cagliaritani (a fronte di soltanto un 29% della media italiana), mentre al terzo posto tra i criteri si colloca la vicinanza a casa del luogo di lavoro (34%). Poca attenzione viene rivolta alla solidità dell’azienda (solo dal 19% degli intervistati), che a livello nazionale è uno dei criteri più importanti.
Di fronte all’ipotesi di lasciare l’attuale posto di lavoro, il motivo principale di cambiamento per i lavoratori del capoluogo sardo è l’arrivo di un’offerta migliorativa o comunque molto allettante (per 4 cagliaritani su 10), seguito da una retribuzione non adeguata (28%), dal clima aziendale non soddisfacente o cattivi rapporti interni (24%) e, a pari merito, dall’esigenza di meglio conciliare lavoro e vita privata (19%) e ritmi di lavoro troppo stressanti (19%).
E tra chi lavora a Cagliari, il 37% sarebbe disponibile a trasferirsi all’estero: per il 14 per cento “con certezza”, per il 23 per cento “probabilmente”. È la propensione più alta in Italia insieme a quella di Torino.
Più in generale, meno della metà dei cagliaritani (il 41%) è aperto alla possibilità di cambiare lavoro: in particolare il 16% sta cercando lavoro attivamente e il 25% si sta guardando intorno per capire se ci sono nuove opportunità.
Il 33% dei cagliaritani accetterebbe di rinunciare ad una piccola percentuale della retribuzione per migliorare il proprio work-life balance a vantaggio della vita privata (quota superiore alla media italiana, che si attesta al 27%): in particolare, il 12% sarebbe disposto a rinunciarci subito e il 21% in futuro. Complessivamente, però, i cagliaritani si ritengono soddisfatti nel 74% dei casi del bilanciamento tra vita privata e lavoro (a fronte di una media nazionale del 70%), con un 19% di “molto soddisfatti” e un 55% di “abbastanza soddisfatti”.
L’idea della settimana lavorativa corta (4 giorni di lavoro invece di 5), a parità di ore complessive e stipendio, ha riscontrato un notevole interesse da parte dei cagliaritani, anche se la città, con l’81% di riscontri positivi verso questa ipotesi, si posiziona come la seconda meno interessata d’Italia, dopo Verona, con un livello di gradimento inferiore alla media nazionale (87%).
Infine, a Cagliari la modalità di lavoro in presenza al 100% è quella preferita: il gradimento è nel 41 per cento dei casi rispetto alla modalità ibrida (ufficio + lavoro da remoto), che raccoglie invece il 40% delle preferenze. Si tratta di un risultato che posiziona Cagliari come unica città in Italia in cui la modalità ibrida non è più gradita di quella in presenza.
(Unioneonline/s.s.)