Un nuovo allarme, lanciato dal Centro Studi Agricoli guidato dal suo presidente Tore Piana, sulla situazione di crisi che, ancora una volta, coinvolge la filiera ovi-caprina.

Il prezzo del latte nella annata 2019, appena iniziata, è infatti quantificato in 0,60 centesimi litro, con un prezzo attuale del pecorino romano al di sotto di 5,50 euro al chilo: un trend che potrebbe arrivare, secondo stime del CSA, a un prezzo che si aggirerà intorno ai 5 euro al chilo.

Con cifre di questo tipo, per allevatori e aziende agricole significa, secondo CSA, lavorare in perdita, e potrebbe così aprirsi una profonda crisi nell'intero comparto, che in Sardegna rappresenta la più importante attività primaria.

Ad aggravare la situazione, secondo CSA, la “manifesta assenza di strategie e di proposte che sarebbero dovute arrivare dall'organismo interprofessionale chiamato OILOS, dove all'atto della sua costituzione, il lontano 22 Dicembre 2016, l'intera politica regionale guidata dal Presidente Pigliaru riponeva in tale organismo il luogo dove si discutevano e si trovavano le soluzioni alle criticità della filiera. Oggi OILOS ha ricevuto tutti i riconoscimenti ministeriali, ma di soluzioni proposte e attuate da OILOS, sempre a oggi non se ne conosce nessuna”.

Allevatori e produttori guardano con particolare apprensione anche alla data del 9 marzo 2019, giorno in cui scade la validità del piano delle produzioni sul pecorino romano DOP, approvato dal Ministero delle Politiche Agricole e che ha valenza triennale.

Nel piano sono indicati e quantificati i quantitativi delle produzioni di pecorino romano DOP cui ciascuna azienda dovrà attenersi, e affrontare questa scadenza con una simile congiuntura significa secondo CSA avviarsi a una “nuova stagione di produzione ‘al buio’, dove a rimetterci sarà sempre il povero allevatore”.

Per rispondere in modo concreto alle difficoltà Centro studi agricoli ha avviato una propria e concreta proposta, articolata in cinque punti: la richiesta urgente di una proroga, al Ministero delle Politiche Agricole, della data di definizione del piano produttivo dal 9 marzo al 30 giugno 2019; la modifica dello stesso piano aumentando la quota contributiva aggiuntiva per chi supera i quantitativi di pecorino romano DOP assegnati, dagli attuali 0,16 centesimi al chilo agli oltre 0,25 centesimi; la decisione di ritirare e destinare un quantitativo di circa 35 milioni di litri di latte di pecora ad altri scopi, che non siano la produzione di pecorino romano dop; incentivare le produzioni delle altre due DOP (Fiore Sardo e Pecorino Sardo) con interventi regionali di vario tipo; indirizzare i piani di investimenti del PSR verso gli imprenditori che rigorosamente rispettano i piani produttivi stabiliti dal Consorzio per il pecorino romano.

(Unioneonline/v.l.)
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