Sono 24.407 le imprese artigiane sarde danneggiate da abusivismo, lavoro sommerso e lavoro nero. Ovvero il 66% dell'intero comparto.

Lo rivela un recente studio realizzato da Confartigianato.

Negli ultimi 8 anni, e fino all'inizio del 2016, nell'Isola sono state condotte 2.342 operazioni contro la contraffazione che hanno portato a 1 milione 470mila pezzi sequestrati per 27 milioni di controvalore, di cui 9 milioni nella cosmesi, 6 nelle apparecchiature elettroniche, 3,5 nella moda e 3,2 nel settore della gioielleria.

Inoltre, il più alto indice di artigianato manifatturiero giudicato "sotto minaccia di concorrenza sleale" è stato rilevato a Cagliari con il 12,4%, seguito da Sassari con l’11,6%, Nuoro con il 10,7% e Oristano con solo il 7,7%.

A causa della crisi e della concorrenza sleale, le imprese dell’artigianato in Sardegna sono passate da 43.018 del 2008 a 36.346 alla fine del 2016. Numeri che confermano come il fenomeno stia assumendo i contorni dell’emergenza.

I settori più colpiti sono quelli del “sistema casa” (edilizia e installazioni) con circa 14mila aziende danneggiate, dell’acconciatura ed estetica con quasi 3mila imprese in difficoltà e dei trasporti e magazzinaggio con 2.800 attività esposte.

In occasione del convegno su Legalità e Contraffazione tenuto alla Fiera di Cagliari, il Presidente di Confartigianato Sud Sardegna Luca Murgianu ha presentato i risultati della campagna "Tutelami": il 33,3% delle segnalazioni proviene dal Sud Sardegna e dalla provincia di Nuoro, 13,3% dalla Gallura e Sassari mentre solo il 6,7% dall’Ogliastra.

I casi più frequenti sono risultati quelli di imprese la cui attività risulta cessata al registro imprese, ma che in realtà operano ancora ma se risultano ignote all’erario, quelle che svolgono in maniera abusiva, spesso presso la propria abitazione, dell’attività di estetica e parruccheria in spregio alle più elementari norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ma le segnalazioni hanno anche riguardato settori non propriamente artigiani: è il caso delle guide turistiche improvvisate.

(Redazione Online/F)
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