Federbalneari Sardegna ha reso noto di aver ottenuto dal governo il blocco della discrezionalità dei Comuni nel mandare a bando le concessioni.

Lo ha dichiarato con una nota il Segretario Regionale, Claudio Maurelli, che parla di un "successo mai sperato", comunicando che l'esecutivo ha recepito e adottato le richieste dell'associazione.

"Dopo 3 mesi di lavoro, con conferenze skype, nelle quali hanno partecipato esponenti di Governo di Maggioranza e Opposizione, dopo aver fatto notare la possibile presenza di Comuni contro legge nazionale, siamo riusciti in quella che credevamo sarebbe stata una missione impossibile: fermare i bandi di gara fino al 2033. Da oggi è ufficialmente inserito nel articolo 182 del Decreto Rilancio la fine della discrezionalità sui bandi di gara, da parte dei Comuni reietti alle leggi nazionali, e questo a tutela in primis delle famiglie che lavorano onestamente sulle spiagge della Sardegna e anche a tutela delle coste sarde, che altrimenti sarebbero divenute preda delle multinazionali e gruppi malavitosi pronti a depredare ancor più le nostre coste meravigliose", fa sapere Maurelli.

"Siamo soddisfatti", dice il Presidente Mario Isoni, "per il risultato raggiunto e senza la collaborazione di alcune forze politiche tra le quali anche quelle di opposizioni come Forza Italia non saremmo riusciti nell'intento di salvare le famiglie dei balneari dalla catastrofe".

Secondo la modifica del art. 182, presentata da Federbalneari Sardegna e Federbalneari Italia, "le amministrazioni competenti non possono avviare o proseguire riguardo a tali beni i procedimenti amministrativi per la devoluzione di cui all’articolo 49 del regio decreto 30 marzo 1942, n. 327, per il rilascio o l’assegnazione con pubblica evidenza delle aree oggetto di concessioni in essere alla data di entrata in vigore della presente legge. L’utilizzo dei beni oggetto dei procedimenti amministrativi di cui al periodo precedente da parte degli operatori è confermato dietro pagamento del canone previsto in concessione e impedisce il verificarsi della devoluzione delle opere."

In soccorso dei balneari anche il ribaltamento di una sentenza tanto strumentalizzata dai politici contro legge nazionale che dichiara "per gli stabilimenti balneari che si trovano nella stessa situazione dei bagni Dal Moro di Rovigo, se la concessione è stata rilasciata e poi prorogata prima della direttiva Bolkestein, vale l’applicazione della legge italiana che proroga la concessione stessa fino al 2033".

(Unioneonline/F)
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