Cavallette e maltempo: «Momento di forte criticità per il comparto agricolo»
Situazione difficile in particolare nelle province di Nuoro, Oristano e SassariIl comparto agricolo, in particolare nei territori del Nuorese, Oristanese e Sassarese, vive un momento di forte criticità. «Bene hanno fatto le amministrazioni comunali di Ottana e Silanus a dichiarare lo stato di calamità naturale per le piogge degli ultimi giorni perché o si va in rovina a causa delle cavallette o per il maltempo piombato con violenza in diverse aree della piana di Ottana con precipitazioni tropicali e grandinate», ha sottolineato Michele Ena, presidente di Confagricoltura Nuoro e Ogliastra.
«È molto probabile – ha detto ancora – che il maltempo sarà un alleato forse determinante nel contenere l’assalto delle locuste, che da quasi tre mesi stanno venendo alla luce nel cuore dell’Isola per il quinto anno consecutivo. Se da un lato, infatti, le piogge torrenziali possono contenere le popolazioni di cavallette, dall’altro hanno prodotto danni ingenti alle colture agricole, soprattutto quelle destinate a granturco e foraggere. Gli eventi climatici eccezionali – ha precisato Ena nel ribadire quanto già detto nei giorni scorsi dal presidente regionale Paolo Mele – stanno diventando sempre più ordinari, frequenti e dirompenti. La crisi climatica è in corso e la registriamo ogni stagione e in tutte le latitudini del pianeta, in particolare in quelle di confine tra macroaree geografiche e climatiche come è per noi il Mediterraneo, tra il continente europeo e quello africano. Ed è proprio questa condizione di forte rischio d’impresa, in crescita preoccupante anno dopo anno, che dovrebbe imporre una riflessione generale guidata dalle istituzioni pubbliche, con la Regione al primo posto, per sostenere il comparto agroalimentare nel predisporre le dovute contromisure».
Ena ritiene «indispensabile» la creazione di un tavolo programmatico e operativo, «composto da agronomi e geologi, esperti in cambiamenti climatici e ingegneri, che affronti nell’immediato la gestione del territorio dove deve di nuovo essere protagonista l’azienda agricola. Se quindi non si ripensa subito, insieme alle organizzazioni di categoria, a un nuovo modo di sostenere la produzione in campo e a prevenire tutti i diffusi disastri climatici, saranno sempre di più le aziende che rinunceranno a coltivare determinate colture. Se la Regione, in collaborazione con il governo e l’Unione europea, non mette a disposizione strumenti assicurativi capaci di favorire l’agricoltura, in queste nuove condizioni, le nostre campagne continueranno a essere abbandonate con la conseguente perdita definitiva dell’autosufficienza alimentare all’interno dell’UE: un punto di caduta che tutti gli Stati membri dell’Unione non intendono assolutamente superare e che noi, rappresentanti di migliaia di imprese, cercheremo di evitare a tutti i costi», ha concluso Michele Ena.
(Unioneonline/s.s.)