Continua la crisi di Carrefour, anche in Sardegna.

La multinazionale francese ha annunciato ai sindacati l’avvio di un piano di esodi incentivati su base volontari per 769 lavoratori e la chiusura di 106 punti vendita (82 express e 24 market), con il trasferimento a terzi imprenditori della rete in franchising.

L’Isola è tra le nove Regioni coinvolte nel piano di ristrutturazione della società attiva nel settore della grande distribuzione, insieme a Valle D'Aosta, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania.

Nel dettaglio, gli esuberi riguardano i supermercati di Sassari e Quartu.

“I motivi alla base della situazione di eccedenza sono da individuarsi nella grave situazione economico gestionale. Il complessivo calo del fatturato e dei clienti da un lato, e l'incidenza del costo del lavoro dall'altro, hanno determinato una situazione di grave squilibrio che ormai non è più sostenibile e costringe la società a un intervento strutturale volto a riequilibrare il rapporto tra personale e fatturato”, ha spiegato Carrefour alle organizzazioni sindacali.

"Con riferimento al piano di trasformazione e rilancio per il 2022 annunciato da Carrefour Italia lo scorso primo ottobre e discusso nuovamente nel corso di un incontro con i sindacati l’11 novembre scorso, Carrefour ha confermato che il piano di esodi incentivati presentato ai sindacati sarà gestito su base esclusivamente volontaria tramite l’attivazione di una procedura formale come previsto dalla legge, e coinvolgerà circa 600 collaboratori dei punti vendita diretti su tutto il territorio nazionale e 170 collaboratori della sede centrale. L’azienda conferma l’impegno, nell’ambito del confronto con i sindacati e con le istituzioni preposte, ad assicurare a ogni collaboratore coinvolto la migliore soluzione possibile, favorendo il ricollocamento interno e percorsi per l’imprenditorialità”, si legge nel comunicato aziendale.

Con il piano di rilancio Carrefour conferma la volontà dell'azienda di restare e continuare ad investire in Italia, con l'obiettivo di tornare alla profittabilità e ad una crescita duratura e sostenibile".

“La Fisascat Cisl ritiene non percorribile la strada di un confronto finalizzato unicamente a consentire licenziamenti e cessioni di negozi a terzi", ha commentato il segretario Vincenzo Dell'Orefice, che invita la multinazionale a “integrare il proprio piano d'azione con delle parti relative alla prospettiva futura della rete a gestione diretta in Italia”.

Nelle scorse settimane l’azienda aveva ipotizzato numeri ancora più grandi, con il licenziamento di 1.800 dipendenti.

(Unioneonline/F)

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