Una denuncia alle Procure della Repubblica di Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Lanusei e Tempio nei confronti del ministero dell'Economia e delle Finanze per appropriazione indebita e speculazione da aggiotaggio, con diffida a congelare i 2,2 miliardi di euro di accise incamerati solo nell'ultima settimana e, contestualmente, nei confronti delle pompe e dei grossisti che nel corso di queste settimane hanno speculato sulle vacanze degli italiani.

Il Codacons interviene anche in Sardegna sul caro-carburanti - che nel corso dell'estate ha flagellato gli spostamenti dei cittadini - con un atto finalizzato a denunciare «l'incredibile paradosso - spiega l'associazione - rappresentato dai maggiori incassi per lo Stato derivanti, sotto forma di accise, dall'aumento dei prezzi della benzina e del gasolio, e a far sanzionare pompe e grossisti responsabili di speculazioni».

Il Codacons, ricordando come gli effetti deleteri della decisione di non rinnovare lo sconto da 30 centesimi sulle accise per il 2023 fossero già noti da mesi, incalza il governo anche sulle promesse elettorali più volte diffuse da parte dei suoi esponenti: «Nonostante le promesse, infatti, non c'è traccia dell'atteso taglio delle accise - attacca l'associazione - e proprio le tasse sulla benzina rappresentano la mazzata finale che in questa infinita estate sta colpendo il portafogli degli italiani».

Quanto a pompe e grossisti, la richiesta è di maggiori controlli e sequestri negli impianti che vendono la benzina a prezzi che si discostino eccessivamente da quelli medi.

«Non è accettabile fare cassa con i rincari spaventosi sulla benzina nel mezzo dell'estate –  denuncia il presidente di Codacons Sardegna Carlo Rienzi – Chiediamo alla magistratura di intervenire, prima di tutto congelando la montagna di soldi che stanno affluendo nelle casse statali in queste settimane di esodo e controesodo, e poi sanzionando le speculazioni in atto».

(Unioneonline/v.l.)

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