La tensione sale di pari passo ai listini di carburante. Sì, perché alla rabbia dei camionisti sardi, ormai pronti a incrociare le braccia lunedì per protestare contro il caro vita che ha fatto schizzare i costi di gasolio, trasporti marittimi e manutenzione mezzi, si è aggiunta anche quella degli automobilisti, ogni giorno sempre più increduli e impotenti davanti all’impennata registrata in pochi giorni dalla spesa per un pieno di carburante.

La “profezia” fatta poco tempo fa dai benzinai comincia ad avverarsi: «Il diesel costerà quanto la “verde” e un litro di benzina raggiungerà presto i tre euro», disse Giuseppe Balia, leader sardo dell’Angac, l’Associazione gestori carburanti, non sapendo che proprio ieri in molte stazioni di servizio il prezzo del gasolio ha raggiunto e superato quello della benzina.

L’ira dei camionisti

Nel mentre i camionisti sardi tirano dritto verso la serrata a oltranza prevista da lunedì e puntano ad allargare l’adesione a più imprese possibili, giocando d’anticipo rispetto alla mobilitazione nazionale organizzata oltre Tirreno il 19 marzo. «Vogliamo fare più rumore possibile e chiediamo che la politica ci ascolti, ma intendiamo anche agire nel rispetto delle regole», ha detto Gabriele Frongia, tra i leader della mobilitazione che mercoledì a Tramatza ha riunito circa trecento persone, tutte pronte a fermare i mezzi dalla prossima settimana con presidi nei principali porti dell’Isola. «Abbiamo avvertito le prefetture e avuto un incontro interlocutorio con esponenti della Regione, ma la nostra protesta vuole arrivare a Roma, per convincere il Governo a tagliare subito le accise sui carburanti».

Lunghe file

Un primo risultato i camionisti lo hanno comunque portato a casa: l’annuncio circolato mercoledì pomeriggio di un blocco a oltranza delle merci ha acceso la paura dei sardi di rimanere presto senza cibo e carburanti. Lunghe code fino a ieri si sono registrate quasi ovunque nell’Isola davanti a market e distributori di carburante. Una vera e propria psicosi di massa.

In Ogliastra la maggior parte delle stazioni di servizio in 24 ore ha venduto il gasolio che solitamente eroga in quattro giorni. La corsa alla colonnina è iniziata nel tardo pomeriggio di mercoledì ed è proseguita senza sosta anche durante la notte con il self service. Tanto che, ieri mattina, i titolari dell'impianto Fiamma 2000 di Girasole si sono ritrovati senza scorte. Stessa situazione a Lotzorai, alle stazioni Q8 di Tortolì e Lanusei. I motivi della corsa? «La maggior parte dei clienti teme che ci sia uno sciopero dei benzinai ma non è assolutamente previsto», ha spiegato Andrea Nieddu, titolare della Q8 di via Garibaldi, a Tortolì.

I messaggi farlocchi sulle chat hanno condizionato anche i negozi della distribuzione alimentare. «Nessun allarme, le scorte sono assicurate. Da noi non c'è stata ressa», ha detto Franco Tegas, tra i proprietari del punto Conad di Tortolì.

Stesse scene nel Sulcis, dove le scene davanti ai supermercati hanno riportato alla mente quanto accaduto due anni fa con il primo lockdown da Covid. A Carbonia centinaia di persone, in modo particolare anziane, di buon mattino hanno preso d'assalto i negozi e le aree di servizio. In alcuni casi file di cinquanta metri per entrare nei market o accedere agli erogatori della verde o del diesel. 

Anche a Iglesias l’assalto è partito dalle prime ore del mattino: i distributori di carburante hanno fatto registrare delle code degne di una vigilia ferragostana minacciata da un'imminente serrata delle pompe e gli scaffali dei supermercati sono stati razziati. Farina e acqua i beni di prima necessità spariti per primi dagli scaffali.

(Unioneonline)

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