Duro attacco dei pirati informatici al gruppo Campari.

Una vicenda che ha preso il via l'1 novembre scorso, e che potrebbe avere causato per il gruppo proprietario, fra gli altri, dei marchi Aperol, Grand Marnier, Averna e Cynar, la decrittazione "di alcuni dati sui server del gruppo". A riportarlo una nota aziendale del 6 novembre, nella quale si ammette la perdita di alcune informazioni "personali e di business".

Nelle scorse ore, con un nuovo comunicato, l'azienda ha quindi ammesso il possibile impatto sui conti del gruppo, perché le operazioni di ritorno alla normalità sarebbero più lunghe del previsto.

Secondo i siti informatici meglio informati come Bleeping computer, e come riportato dal Corriere, a Campari sarebbero stati "rubati 2 terabyte di file non crittografati", in cambio dei quali i pirati avrebbero chiesto un riscatto pari a 15 milioni di dollari.

A dichiarare di essere entrato in possesso dei dati sarebbe Ragnar Locker, che fra i documenti sottratti citerebbe "file di contabilità, estratti conto bancari, budget e documenti fiscali, proprietà intellettuali, informazioni aziendali proprietarie, dati personali di clienti e dipendenti, accordi e contratti aziendali".

Sugli effetti concreti dell’attacco hacker, per ora, l’azienda non fornisce dettagli. Ma la posta elettronica è bloccata da giorni, così come i sistemi di trasmissione dei dati.

Campari Group ha chiuso il 2019 con ricavi pari a 1,84 miliardi (1,712 miliardi nel 2018) e un margine operativo lordo riclassificato per 479 milioni (433 nel 2018).

(Unioneonline/v.l.)
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