Camere di Commercio, da tutta l'Isola a Cagliari per protestare contro i tagli
"Riforma Renzi, meno servizi per le imprese, meno presidi sul territorio ma più disoccupati".
Con questo striscione sotto il Consiglio regionale, a Cagliari, è scattata questo pomeriggio la protesta dei dipendenti delle Camere di Commercio di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari contro il riordino del sistema camerale che in Sardegna prevede l'accorpamento in un unico ente (che potrebbero diventare due, Cagliari e Sassari, cancellando quindi Nuoro e Oristano), il taglio del 25% del personale (circa 50 contratti a tempo indeterminato, più i precari) e il trasferimento di alcuni servizi e funzioni al ministero dello Sviluppo economico.
Misure che, secondo i dipendenti, mettono in discussione la sopravvivenza del sistema camerale.
"Si tratta di una scelta grave e sbagliata", dicono Nino Cois, Fulvia Murru e Davide Paderi, rispettivamente segretari regionali di Cgil-Fp, Uil-Fpl, e Cisl-Fp.
"Intanto è perché contraria alla legge, poi è assunta in assoluta solitudine, senza alcun confronto con i rappresentati dei lavoratori e senza considerare le necessità del tessuto produttivo. In questo modo si smantella un sistema composto da professionalità di assoluta eccellenza che garantisce un indispensabile supporto all'economia", ribadiscono. Una delegazione è stata ricevuta dal presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau.
"Non siamo ovviamente a favore di alcuna riduzione dei dipendenti, né tantomeno a tagli indiscriminati al personale della Camere di commercio della Sardegna. Faremo la nostra parte se quanto contenuto nel decreto legislativo del sistema camerale, avrà le tragiche conseguenze da voi denunciate", afferma Ganau.
"Il decreto non è stato ancora attuato", dicono i sindacati, "quindi la Regione può ancora intervenire per apportare delle modifiche al testo, nella Conferenza Stato-Regioni nella quale il presidente Pigliaru può prendere una posizione forte e netta contro la probabile chiusura delle Camere di Nuoro e Oristano".