Nonostante l'emergenza sanitaria, le regole ferree, il divieto di apertura per le discoteche, il diffondersi della nuova variante e tanti altri motivi che non spingono certo all'entusiasmo, Flavio Briatore sprizza energia da tutti i pori.

Anche in questa fase in cui il coro degli imprenditori non canta certo in do maggiore ma piuttosto interpreta i dati dell'economia in tonalità minore, il manager piemontese è molto ottimista e in questo periodo ha viaggiato tra Mikonos, Forte dei Marmi, Montecarlo, Dubai e Porto Cervo per seguire l'andamento delle sue creature e per vedere di persona come i turisti vivono il difficile periodo di convivenza con i virus che il Governo Draghi cerca di combattere con vaccini, green pass e sussidi.

Un bilancio di questa stagione.

"Grazie a Draghi abbiamo avuto regole certe, non c'era la confusione dell'anno scorso che ha creato un mare di problemi. Il 2020 è stato un annus horribilis: l'amministratore delegato ha portato avanti la gestione di tutta la grave convivenza con l'emergenza sanitaria e ritengo abbia fatto il massimo che era nelle sue possibilità ma non dimentichiamoci che la passata estate si poteva ballare nelle piste mantenendo una distanza interpersonale di due metri. Credo che questa regola, insensata e inapplicabile, abbia determinato uno sconquasso più di ogni altra cosa. Quest'anno, in Sardegna, ho scelto di trasformare il Billionaire Porto Cervo in un ristorante con show molto adatto per lo spettacolo dal vivo con un'offerta variegata, cibo di grande qualità ed eventi live di straordinaria caratura internazionale. Ed il Crazy Pizza è ancora aperto. Chiuderemo l'11 settembre".

Quindi è andato tutto bene?

"Io sono contento perché la qualità chiama qualità e in un mese di attività abbiamo sempre avuto il tutto esaurito in piena sicurezza. Pensi che la mia manager Laura Cadeddu ha ricevuto i complimenti dalle forze dell'ordine in occasione dei controlli periodici che hanno interessato anche la nostra struttura. Però deve considerare che io sono il proprietario delle mura".

Questo si sa. Perché lo puntualizza?

"Ecco, qui voglio arrivare. Chi deve pagare l'affitto ha un costo fisso per dodici mesi quindi per rientrare delle spese e avere un utile dovrebbe poter lavorare almeno due mesi pieni, senza voler fare castelli in aria o previsioni irrealizzabili. Invece la stagione si sta riducendo a meno di 30 giorni e questo significa che chi deve fare impresa ha la necessità di alzare i costi dei servizi e a pagare, alla fine, sono sempre i turisti. Quindi molti di loro preferiscono andare in altre località dove la vita in estate costa meno anche se magari sono meno belle e attrattive. Ma se c'è lo svago, l'intrattenimento, il bel mare e tanta gente nei locali, allora chi vuole il divertimento sceglie altre mete. E non è il solo problema".

Dica.

"I trasporti. La Sardegna è terribilmente svantaggiata. Da sempre. Sento tante lamentele dalle famiglie che vorrebbero venire in Sardegna ma alla fine devono rinunciare perché viaggiare in nave o in aereo è un salasso tremendo. Perché chi viene da Sanremo a Forte dei Marmi prende le chiavi della macchina e spende una cifra già stabilita visto che il pedaggio ha un costo fisso e il carburante idem, mentre chi vuol arrivare in Sardegna deve prima trovare posto su navi e aerei, e spesso non c'è soprattutto nei momenti di maggiore traffico, e poi non sa quanto spenderà perché il prezzo finale del trasporto è sempre un terno al lotto”.

Quindi? Cosa propone?

"Come un cittadino che vive nella Penisola può raggiungere una qualsiasi località, dalla Sicilia alla Valle d'Aosta, senza dipendere da nessuno, così dovrebbe succedere per lo stesso cittadino che vuole attraversare il mare e godersi le bellezze straordinarie della Sardegna. I trasporti devono essere sia frequenti che garantiti a costi bassi e fissi. Poi se la Regione vuole ulteriormente agevolare i suoi residenti quella è una prerogativa che le compete e con le risorse del proprio bilancio può fare ciò che vuole. Un biglietto aereo di andata e ritorno non può costare più di cento euro tutto l'anno. Ci sono le risorse del PNRR, Bruxelles non può più continuare a fare muro".

Sarebbe una rivoluzione…

"Ma se si vuole cambiare qualcosa questa è la prima strada da seguire. A Ibiza, per esempio, già succede e infatti è sempre piena da aprile a ottobre. L'Europa si deve mettere in testa che la Sardegna ha un diritto ben preciso e non può essere calpestato. Guardi che se un sardo spende 100 euro per viaggiare e un continentale ne paga 400 è un grosso danno per tutta l'economia dell'Isola perché gli alberghi sono pieni solo tra il 6 e il 16 agosto e neanche tutti. Fate un sondaggio e vedrete che ho ragione. Io ho già dei dati a disposizione che mi hanno fornito alcuni miei colleghi imprenditori. È una situazione inaccettabile. Chiedo che ci sia una grande mobilitazione per ottenere questo risultato".

L.P.

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