Le imprese dell'artigianato sardo chiudono sotto il peso di una crisi iniziata nel 2008 e, per loro, non ancora finita.

Secondo i dati della Cgia, tra il 2009 e il 2018 nell'Isola la diminuzione del numero di imprese artigiane attive è stata del 18 per cento (-7.664 unità).

Seguono l'Abruzzo con una contrazione del 17,2 per cento (-6.220), l'Umbria, con - 15,3 per cento (-3.733), la Basilicata con il 15,1 per cento (-1.808) e la Sicilia, sempre con il -15,1 per cento, che ha perso 12.747 attività.

Nell'ultimo anno, invece, la regione meno virtuosa d'Italia è stata la Basilicata con una diminuzione dello stock dell'1,9 per cento.

Il settore artigiano più colpito dalla crisi è stato l'autotrasporto, che negli ultimi dieci anni ha perso 22.847 imprese (-22,2 per cento).

Seguono le attività manifatturiere con una riduzione pari a 58.027 unità (- 16,3 per cento) e l'edilizia che ha

visto crollare il numero delle imprese di 94.330 unità (-16,2 per cento).

Sono in forte aumento, invece, imprese di pulizia, giardinaggio e servizi alle imprese (+43,2 per cento), attività cinematografiche e produzione software (+24,6 per cento) e magazzinaggio e corrieri (+12,3 per cento).

Tra le aziende del settore produttivo quelle più in difficoltà sono state quelle che producono macchinari

(-36,1 per cento), computer/elettronica (-33,8 per cento) e i produttori di mezzi di trasporto (-31,8 per cento).

(Unioneonline/F)
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