L'agricoltura archivia il 2016 in deflazione.

Lo rileva l'Ismea, secondo cui i prezzi all'origine dei prodotti agricoli hanno assistito a una riduzione del 5,2% rispetto al 2015. In particolare, la flessione è stata del 6,7% per il gruppo delle produzioni vegetali e del 3,1% per i prodotti zootecnici.

L'impatto deflattivo – spiega l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare – è in prevalenza riconducibile alla dinamica negativa dei prezzi dei cereali (-11,6% nella media annua) e ai significativi ribassi sui mercati dell'olio di oliva (-18,5%), della frutta (-4,9%) e degli ortaggi (-3,9%).

Chiude con un calo del 4% anche l'indice dei lattiero-caseari, nonostante i recuperi di fine anno, mentre i prezzi del bestiame vivo hanno mostrato nel complesso una migliore tenuta, limitando i ribassi a un -0,8%.

Sui mercati agricoli hanno pesato nel 2016 gli squilibri registrati soprattutto nella prima metà dell'anno (legati a situazioni di surplus produttivo in diversi comparti), la maggior pressione dell'offerta estera e una domanda internazionale meno vivace rispetto al 2015.

In agricoltura la deflazione rappresenta tuttavia un evento ricorrente, vista la volatilità che caratterizza la dinamica dei prezzi alla prima fase di scambio.

Quello del 2016 è il sesto episodio deflativo nelle campagne italiane dall'inizio del millennio. Il più recente risale al 2014, ma il più marcato è quello del 2009, quando i prezzi all'origine dei prodotti agricoli subirono una flessione dell'11,4%.
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