Hanno bussato al server di piazza del Carmine senza preoccuparsi dell’orario. All’una del mattino del nuovo giorno, quando il calendario giudiziario segnava già sabato 30 ottobre, i legali di Ita, l’erede statale di Alitalia, hanno depositato nel protocollo digitale del Tar Sardegna un atto tanto inaspettato quanto sorprendente: rinunciamo alla sospensiva dell’esclusione dalla gara sulla continuità territoriale. Un clamoroso colpo di scena dopo i proclami di guerra del presidente Alfredo Altavilla e del suo amministratore delegato, Fabio Lazzerini.

Il ribaltone aereo

I due uomini di Ita erano stati senza remore: «Saremo riammessi in gara e, a quel punto, cambieranno molte cose». Il riferimento era alla prima gara d’appalto, con procedura speciale e urgente, per assegnare, per sette mesi, la continuità territoriale aerea da e per la Sardegna. Il ribaltone, invece, è senza precedenti e senza preavviso. Il potentissimo studio legale Chiomenti, per conto di Ita, nel cuore della notte di sabato, ha chiesto al Tribunale amministrativo della Sardegna di soprassedere su quell’istanza cautelare che avrebbe dovuto escludere Volotea e ripristinare, di fatto, l’aggiudicazione ad Ita. Nella prima gara, come si ricorderà, la compagnia spagnola, pur avendo fatto le offerte migliori, fu esclusa dalla Regione per non aver allegato la fotocopia della carta d’identità del proprio rappresentante legale. Solo in un secondo momento gli uffici dell’Assessorato regionale dei Trasporti decisero di tagliar fuori dalla competizione anche Ita, perché ritenuta priva di aerei sufficienti per svolgere il servizio di continuità territoriale. La storia racconta di una seconda gara dove non solo Volotea si presentò con la carta d’identità, ma allegò anche un’offerta molto più vantaggiosa della prima, con un ribasso doppio.

Il ribasso del 42%

Con uno sconto del 42% gli spagnoli strapazzarono Ita che perdeva in un sol colpo tutte le rotte sarde. Alla compagnia di Stato non era rimasto che brandire l’ascia di guerra minacciando da una parte denunce penali contro la Regione e dall’altra il ricorso al Tar per annullare l’esclusione dalla prima gara e, quindi, risultare aggiudicataria della continuità territoriale. Era stato il presidente di Ita, Alfredo Altavilla, a sventolare nella conferenza di presentazione della compagnia azzurra la certezza che quel ricorso al Tar avrebbe “cacciato” dalle rotte sarde Volotea e ripristinato il “dominio” della nuova compagnia di Stato.

Retromarcia volante

In poche ore, invece, quando ormai il calendario giudiziario aveva già fissato per mercoledì prossimo la resa dei conti in piena camera di Consiglio del Tar, i legali di Ita hanno depositato un’istanza di rinuncia alla sospensiva su quella prima gara. La motivazione è sintetica: stiamo valutando di impugnare il secondo bando e, quindi, preferiamo non avvalerci dell’istanza sospensiva già iscritta nell’agenda del Tar Sardegna. Una scelta che lascia non poche perplessità per la contraddittorietà con le affermazioni spavalde del management di Ita. Il protocollo digitale del Tribunale, però, è stato nuovamente allertato anche poche ore dopo.

Volotea a ruota

Questa volta ad accedere alle password del deposito sono stati i legali di Volotea: anche per loro rinuncia alla richiesta di sospensione per la loro esclusione dalla prima gara. In meno di mezza giornata, le toghe di Ita, prima, e di Volotea, dopo, hanno sotterrato, inspiegabilmente, l’ascia di guerra, considerato che l’aggiudicazione vale per soli sette mesi ed è evidente che la fissazione del merito avverrà, presumibilmente, con il servizio di continuità territoriale già scaduto o in scadenza. Di certo mercoledì prossimo, il 3 novembre, l’udienza preannunciata da tutti come la resa dei conti finale non ci sarà, o meglio si limiterà a prendere atto di questo ribaltone, dalla guerra alla pace, nel giro di qualche settimana. Cosa abbia portato Ita a rinunciare all’unica possibilità di essere riammessa alla prima gara è un mistero, visto che appare poco attendibile l’ipotesi di un possibile nuovo ricorso per il secondo bando dove la sconfitta è stata sonora e senza appello.

Proclami dissolti

Una decisione che confligge con i proclami dei giorni cruenti dello scontro quando i manager della compagnia di Stato gridavano ai quattro venti: «Abbiamo presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale perché, al di là di chi ha vinto, non riteniamo che ci fossero validi motivi per essere esclusi dalla gara». Si sciolgono come neve al sole le affermazioni del presidente Altavilla che usò parole di fuoco per commentare l’esclusione: «Siamo stati messi alla porta dopo aver vinto. Eravamo rimasti gli unici concorrenti, dopo l’esclusione dell’altra compagnia. Siamo stati esclusi solo per un motivo formale che per noi continua a essere totalmente insussistente».

Finita la fretta

Quel motivo non doveva, poi, essere così campato per aria vista la rinuncia a quella sospensiva tanto evocata. Ita, dunque, fa non uno, ma tanti passi indietro, se è vero, come è vero, che l’amministratore delegato della compagnia statale, Lazzerini, aveva dichiarato: «Non è vero che non avevamo e non abbiamo i requisiti per garantire la continuità territoriale. Pensiamo, invece, di averli proprio tutti, i requisiti. Speriamo soprattutto che il nostro ricorso sia trattato velocemente e molto prima che i sardi debbano volare troppo con un’altra compagnia». Così velocemente che nel giorno di una notte di luna piena, nel cuore della giustizia amministrativa della Sardegna, i legali di Ita hanno deciso di rinunciare all’urgenza e alla sospensione di quell’esclusione. Resta un dubbio: perché anche Volotea ha deciso di rinunciare alla richiesta di sospensione della propria esclusione, visto che con la riammissione avrebbe risparmiato qualche decina di milioni di euro? Per il momento misteri d’alta quota.

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