Un omaggio a Primo Levi, testimone delle atrocità dell’Olocausto. Il teatro a scuola per valorizzare il principio della didattica aperta. Gli studenti dell’Istituto di Quartu, dedicato all’autore di “Se questo è un uomo”, hanno messo in scena “Io sono Primo”, l’esito del laboratorio teatrale che ha avuto inizio lo scorso mese di dicembre per concludersi con la rappresentazione nell’Aula Magna della scuola. I giovani attori hanno coltivato il valore del ricordo in linea con le parole di Primo Levi: "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre". La memoria è come il mare: può restituire brandelli di rottami a distanza di anni".

“Scarpette rosse”

In scena anche le “scarpette rosse” richiamate da Joyce Lussu in una poesia che descrive l’abisso della Shoah: “C'è un paio di scarpette rosse a Buchenwald quasi nuove perché i piedini dei bambini morti non consumano le suole". Per ragazze e ragazzi, sedicenni che hanno mostrato una grande maturità, un debutto teatrale con tante ansie davanti a un folto amico di compagni di scuola, amici e familiari. La prova è stata superata. “Li vediamo arrivare piccoli e timidi e li vediamo crescere e formarsi a tutto tondo”, sottolineano le docenti Patrizia Mannai e Anna Maria Mulliri che, con il prezioso contributo di Tonia Grosso e Marco Bechere, hanno sostenuto il progetto. Le insegnanti mettono in evidenza anche la valenza didattica del teatro “come strumento di avanguardia nella didattica emozionale. I giovani interiorizzano le emozioni dei personaggi e imparano a modularle a trasmetterle in scena”.  Soddisfatto il Dirigente scolastico, Massimo Siddi: “I ragazzi con grande coraggio e bravura si sono messi in gioco. La scuola è in continua evoluzione e noi siamo pronti ad affrontare il cambiamento”.

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