"Era un bambino prodigio. Cosi mi raccontavano sempre i miei genitori e tutti gli artisti che in questi anni ho conosciuto grazie a lui. Per lui la musica era tutto, era vita".

Sono le parole di Mario Madau, fratello dell'artista sanverese Pietro Madau, il "principe" delle piazze in festa, quelle che lui per una vita ha animato con la sua fisarmonica, con la sua bravura. Tra applausi e cori in suo onore. A pochi giorni dalla sua morte, all'età di 83 anni, Mario ricorda suo fratello, un talento straordinario, così veniva considerato da chi di musica ne capisce.

"Aveva otto anni Pietro quando mio papà gli comprò la prima fisarmonica. Per lui la musica era l'espressione di un'identità. Suonava le sue musiche sarde, i valzer, le mazurche anche quando ormai era diventato cieco, circa dieci anni fa. Ma poco importa: le sue mani andavano dritte alla tastiera. Diceva sempre che lui avrebbe suonato lo stesso. Anche se non vedeva. E così è stato".

Pietro Madau, nato a San Vero Milis il 15 agosto del 1937, uno dei musicisti più apprezzati e richiesti, quando chiacchierava con le persone ci teneva sempre a ricordare il suo esordio, a soli 10 anni, sul palco di Massama.

"Raccontava a tutti l'insegnamento che aveva ricevuto da don Clemente Caria, direttore per tanto tempo della polifonica arborense - racconta ancora il fratello Mario -. Iniziò a strimpellare a 6 anni. Per non smettere mai più".
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