Un testo profondo, estremo, che scuote l’anima e lascia un segno indelebile. Giovanni Trudu, giovane regista cagliaritano, affronta senza paura uno dei testi più difficili e intensi della drammaturgia contemporanea: “Psicosi delle 4:48” di Sarah Kane. Lo fa in modo totale, firmando regia, allestimento e costumi, in un’opera che debutterà venerdì 18 ottobre a Casa Saddi a Pirri alle 18 e che sfida lo spettatore a confrontarsi con i confini più sottili tra lucidità e follia.

La nuova produzione “Il Crogiuolo - centro di intervento teatrale” vede protagonista Ilaria Alice Tore, attrice che raccoglie con coraggio la sfida di interpretare un testo crudo e spietato, dove emozioni e numeri si fondono in un monologo di rara intensità. La Kane, suicidatasi a soli 28 anni dopo aver consegnato questo testo al suo agente, ha lasciato con “Psicosi delle 4:48” il suo personale testamento. Il titolo stesso, riferito all’ora della notte in cui i suicidi raggiungono il picco, preannuncia un viaggio nell’oscurità dell’anima umana, un labirinto emotivo in cui l’autrice esplora il dolore, la solitudine e il desiderio di essere compresa e amata.

Il monologo, apparentemente caotico, svela gradualmente la fragilità della protagonista, continuamente in bilico tra la presenza e l’assenza di sé stessa, tra la volontà di vivere e l’inevitabilità della morte. È una confessione disperata, un dialogo tra la rabbia e l’amore, che culmina con un ultimo sguardo, racchiuso nelle parole «Per favore aprite le tende». La neve nera che cade è simbolo di una fine imminente, ma anche di un’ultima richiesta di luce.

Giovanni Trudu trasforma questa confessione in un’esperienza teatrale totalizzante, un invito al pubblico a farsi testimone di un atto estremo, di una sofferenza che diventa universale. Una regia che non accusa, ma chiama alla condivisione di un amore che, pur essendo dolore, rimane vivo fino alla fine.

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