Una maestra viene aggredita nel bel mezzo di una manifestazione femminista, per poi essere abbandonata nel magazzino dell’antica tonnara, dando il via a una complessa indagine che si intreccerà con i cambiamenti in atto nella società. Siamo nella Cagliari del primo Novecento, ed è così che si apre il giallo di Francesco Abate, “Il misfatto della tonnara” (Einaudi), selezionato nella cinquina finalista del Premio Giorgio Scerbanenco 2023

Il nuovo lavoro dello scrittore cagliaritano, giornalista dell’Unione Sarda, è stato scelto dalla giuria letteraria, composta da Valerio Calzolaio, Liborio Conca, Luca Crovi, Cecilia Lavopa, Sergio Pent, Sebastiano Triulzi e John Vignola, oltre alla presidente Cecilia Scerbanenco, figlia della geniale penna che ha dato il nome a quello che può essere definito l’Oscar del noir. Oltre loro, a indicare i cinque romanzi che si contenderanno la vittoria, sono stati 2544 lettori, che hanno potuto votare nel sito del Premio contribuendo a eleggere le opere migliori. 

“Il misfatto della tonnara” se la vedrà con altri quattro romanzi che arrivano da altrettanti autori di primo piano nel panorama italiano: un altro Einaudi, “La banda dei Carusi” di Cristina Cassar Scalia, “L’inferno degli eletti” (Clown bianco) di Cristina Brondoni e due Rizzoli, “L’angelo di Castelforte” di Gabriella Genisi e “La fine è ignota” di Bruno Morchio. Nel giallo di Abate, che mostra una Cagliari sorprendentemente attuale, torna Clara Simon, l’immaginaria giornalista dell’Unione Sarda già protagonista delle precedenti uscite.

Il noir dell’anno sarà incoronato nella serata di sabato 2 dicembre, nella Casa del Manzoni a Milano, sede da anni del Premio letterario. Lo scrittore vincitore riceverà il ritratto di Giorgio Scerbanenco realizzato dall’artista Andrea Ventura.

(Unioneonline/L.Ne.)

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