"Poesia", la rivista trasloca in libreria
Partita con una tiratura di 20 mila copie, è arrivata a stamparne e diffonderne oltre cinquantamilaDopo 32 anni, si cambia: e l'appuntamento, non più in edicola, è in librerira. La rivista "Poesia", fondata nel 1988 dal giornalista e traduttore dal greco Nicola Crocetti (80 anni il prossimo agosto), passa sotto il controllo del gruppo Feltrinelli insieme a tutta la casa editrice Crocetti, cambia formato (sarà in brossura, con foliazione aumentata) diventa bimestrale (è sempre stata mensile) e da giovedì 4 giugno verrà distribuita nelle librerie.
La notizia interessa quella ridotta, irriducibile nicchia di lettori amanti delle righe che vanno a capo prima del margine del foglio. Quattro gatti, ma nemmeno così pochi: anni fa, "Poesia", partita con una tiratura di 20 mila copie, è arrivata a stamparne e diffonderne, nelle edicole di tutta Italia, oltre cinquantamila, per assestarsi a lungo intorno alle 20 mila fino alle più recenti, difficili, annate. Un'impresa sorprendente, clamorosa, in un paese dove da decenni, diciamo dal 1975, anno della morte di Pier Paolo Pasolini (2 novembre) e del Nobel a Eugenio Montale (il suo discorso all'Accademia reale svedese delle scienze, a Stoccolma, è del 12 dicembre), i poeti hanno perso il ruolo sociale che fino ad allora avevano in qualche modo conservato. Un paese dove moltissimi scrivono poesie, molti sono innamorati di un'immagine astratta di "poesia" ma pochi, pochissimi si dedicano a leggerne.
In 32 anni di onorata carriera, e senza mai ottenere finanziamenti pubblici, la rivista è stata la più diffusa pubblicazione dedicata alla cultura poetica in tutta Europa.
Com'è potuto succedere? In gran parte perché "Poesia" è stata una riversa estremamente diversa dalle altre. Impaginata come un tabloid, distribuita in edicola, ha dato un volto ai poeti, pubblicandone i ritratti fotografici in copertina, inizialmente in mosaici e, a partire dal 1991, concedendo al protagonista del numero del mese il dominio assoluto della prima pagina. Inconcepibile, fino ad allora.
358 numeri, per un totale di 28.000 pagine, 3.200 poeti pubblicati (dai classici ai contemporanei, dagli italiani agli internazionali, dai "professionisti" ai debuttanti, con una seguitissima rubrica dove gli aspiranti versificatori trovavano spazio, giudizi, consigli) per un totale di 32 mila poesie in 38 lingue. Su quelle pagine hanno debuttato molti dei poeti oggi più affermati in Italia: un ruolo essenziale, impareggiato di "filtro" e di "palestra" per chi coltiva l'arte della scrittura in versi.
L'accordo editoriale, si legge in una nota, è stato siglato il 29 aprile scorso ed è divenuto effettivo dal primo maggio. Crocetti Editore "potrà disporre di una filiera integrata che dalla produzione editoriale, alla distribuzione fino alla vendita nelle librerie fisiche e digitali è in grado di valorizzarne i contenuti, mantenendone intatto il Dna identitario e con una continuità della direzione editoriale, di cui resta infatti responsabile il fondatore Nicola Crocetti".
Figura interessantissima, quest'ultimo. Milanese di origini greche da parte di madre, ha raccontato più volte di essere diventato editore per poter pubblicare i poeti che più amava e che traduceva: i greci moderni e contemporanei. Kostantinos Kavafis, fra gli altri, Ghiannis Ritsos (per Crocetti una sorta di secondo padre), Nikos Kazantzakis (di cui pubblicherà presto la monumentale "Odissea", prosecuzione dei poemi epici omerici). Oltre alla rivista, Crocetti ha pubblicato splendidi, eleganti libri, ovviamente in versi. Nel frattempo, ha fatto il giornalista: una carriera a "Il Giornale" da redattore degli esteri. In quella veste, nei primi anni Settanta, ha vissuto una delle esperienze più avventurose della sua vita. Ottenne un accredito giornalistico per andare nella Grecia governata dai militari dopo il colpo di stato. Obiettivo ufficiale: assistere all'amichevole di calcio fra la nazionale italiana e quella greca. Obiettivo reale: incontrare il poeta Ritsos, "mito" vivente della resistenza greca contro il regime dei colonnelli. Ci riuscì, sfuggendo per un pelo alle guardie armate che tenevano d'occhio la casa del maestro scomodo e inviso al regime. Fu l'inizio di una lunga e intensa amicizia, che portò alla pubblicazione in italiano di alcuni libri di poesie e poemi del maestro greco.