Circa venticinque anni fa Ikujiro Nonaka e Hirotaka Takeuchi hanno dato alle stampe un libro oggi considerato di capitale importanza nella storia degli studi di economia: The Knowledge Creating Company, scritto con l’intento di mettere in evidenza le complesse dinamiche che stanno alla base della creazione, dello sviluppo e della condivisione della conoscenza nelle organizzazioni e nelle imprese. Oggi i due studiosi giapponesi hanno deciso di riprendere, ma soprattutto proseguire il loro discorso nel volume “L’impresa saggia” (Guerini Next, 2021, pp. 428, anche e-book), frutto dell’esperienza maturata in questi venticinque anni in cui i concetti e le teorie presentate in The Knowledge Creating Company sono entrate nel bagaglio culturale di studiosi di economia, di studenti e manager di tutto il mondo e hanno ispirato imprenditori ed economisti.

Nonaka e Takeuchi, infatti, in questo quarto di secolo hanno visto le loro teorie diffondersi ma si sono resi conto di dover fare alcuni passi in avanti rispetto alle elaborazioni di fine Novecento. Prima di tutto hanno rilevato che, sebbene le basi teoriche della “creazione di conoscenza” siano generalmente accolte nel mondo dell’economia e del management, più raramente sono messe in pratica soprattutto da chi dirige le imprese. Primo obiettivo di questo nuovo libro è quindi proporre un approccio che consenta di passare dalla teoria alla pratica, di mostrare la creazione di conoscenza in azione. Contemporaneamente i due si sono resi conto che parlare di conoscenza più di un ventennio fa è molto diverso da parlarne ora. Di mezzo c’è stata la globalizzazione, la diffusione di Internet.

Hirotaka Takeuchi\u00A0(foto @WorldEconomicForum)
Hirotaka Takeuchi\u00A0(foto @WorldEconomicForum)
Hirotaka Takeuchi (foto @WorldEconomicForum)

Si è affermata l’idea che l’informazione deve essere libera e condivisa. È emersa la necessità di mettere l’ecologia al centro della riflessione anche per chi fa impresa. Insomma, è cambiato il mondo e sono cambiati mezzi, punti di riferimento e quadri mentali. Oggi abbiamo spesso a che fare con una vera e propria overdose di conoscenza e c’è bisogno, nel maneggiare il sapere, di “saggezza”, intesa nel senso dato da Aristotele al termine, cioè quella forma di conoscenza che è capace di indirizzare la scelta. Inoltre, oggi c’è bisogno di una conoscenza che ci renda capaci di confrontarci con un mondo in rapido mutamento.

Non basta conoscere, bisogna avere quindi una sorta di capacità di discernimento che non si improvvisa.

Infine, i due studiosi hanno voluto affinare la loro teoria nella convinzione che nessuna idea è tanto buona da non poter essere migliorata in modo da renderla ancora più efficace e capace di ispirare studiosi e studenti. Vogliono con questo libro passare il testimone agli economisti di domani ma nello stesso tempo puntano a fare diventare la “creazione di conoscenza” un modo di vivere e di essere adatto a ogni aspetto della vita di ognuno di noi, non relegandolo all’ambito economico. Il libro, come il precedente di Nonaka e Takeuchi, propone quindi un itinerario affascinante e suggestivo, anche per chi non mastica abitualmente teorie economiche e non si occupa di gestione di impresa.

Soprattutto risponde a molte delle esigenze del tempo che stiamo vivendo come ci conferma Fabio Corno, professore associato di Economia aziendale all’Università Bicocca e curatore dell’edizione italiana del volume di Nonaka e Takeuchi:

“Il volume ha molte frecce al suo arco, prima di tutto perché i due autori non solo degli studiosi di rilievo, ma hanno vissuto a lungo a contatto con il mondo dell’impresa. Questo ha loro consentito di cogliere le peculiarità di quelle realtà imprenditoriali che hanno mostrato di sapersi sempre rinnovare. Di fatto Nonaka e Takeuchi partono dalla convinzione che la sfida più grossa oggi – soprattutto in conseguenza della pandemia – sia riuscire ad affrontare la velocità dei cambiamenti in un momento in cui un po’ tutti si tende a fare programmi a breve termine. Il rischio è che si guardi solo al conseguimento dei propri obbiettivi dimenticandosi del resto della società”.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Quali sono le caratteristiche di una impresa saggia?

“La chiave di volta per lo sviluppo di una innovazione continua è riuscire a sviluppare una saggezza pratica, plasmata dai valori, dall’etica e dalla morale. Le ‘imprese sagge’ sono, dunque, quelle capaci di incidere sulle relazioni umane per infondere nuove conoscenze nelle pratiche organizzative, convertendole in azione e innovazione continua a livello individuale, aziendale e sociale. L’impresa saggia deve riuscire a coniugare gli interessi dell’azienda, l’interesse dell’ambiente in cui opera, l’interesse dell’imprenditore e di chi lavora nell’impresa”.

I due autori riescono a fornirci degli esempi pratici di aziende di questo tipo?

“Certo, portano ad esempio le storie di gruppi dinamici, longevi e sostenibili: da Honda a Shimano, da Eisai a Toyota, da Apple a MIT Media Lab. Il minimo comun denominatore di queste realtà è la qualità dei loro leader, che hanno saputo attivare le intere strutture di cui erano a capo per creare nuovi prodotti e nuovi processi, dai quali si sono generati benefici per i collaboratori, i clienti, la comunità e la società. Emerge un modello di leadership umanocentrica, capace di innescare circoli virtuosi di creazione di conoscenza e di attivare l’innovazione quale leva del cambiamento: una leadership che si estende ai vari livelli organizzativi e in grado di generare interazioni efficaci e comunicazioni condivise”

Quali sono i vantaggi sul lungo periodo dell’impresa saggia?

“L’impresa saggia è fatta di tante superpersone che hanno capito quali sono i valori dell’impresa stessa e li sanno mettere in pratica. In occasione dell’incidente nucleare alla centrale di Fukushima alcune imprese si sono immediatamente attivate per aiutare chi era in difficoltà e senza aspettare direttive dall’alto. Parliamo di imprese in cui tutti erano orientati a fare della propria conoscenza uno stile di vita e costituite da persone che sapevano cosa vuole dire essere responsabili, assumersi responsabilità e agire di conseguenza. Alla fine, la tragedia di Fukushima ha fatto emergere per queste imprese delle opportunità di sviluppo ulteriore”.

Si tratta di modelli di imprese esportabili anche in Italia?

“Non vedo perché non sia possibile. Anche nel nostro Paese gli imprenditori non si sono mai fermati alla teoria. Semmai la sfida grossa oggi è far si che i valori espressi nel libro di Ikujiro Nonaka, Hirotaka Takeuchi continuino a essere ritenuti importanti nonostante la crisi profondissima legata al Covid e la spinta ad occuparsi solo dei problemi contingenti. Eppure, è proprio in momenti come questi che bisogna saper alzare la testa e guardare lontano”.

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