Non arrivano belle notizie dalle Cronache dell’Antropocene, era che gli studiosi ormai considerano come segnante dell’impronta dell’uomo sui cambiamenti terresti. Invasione di piante aliene in luoghi in cui non ci dovrebbero essere e riduzione della biodiversità, fra cui ad esempio anche il numero di anfibi e rettili in Sardegna: a tratteggiare questo quadro fosco, in cui la speranza di cambio di rotta è legata al rispetto delle leggi e al buon senso, è stato il convegno che il Museo Paleontologico ha organizzato nell’ambito della Settimana della Terra portando a Carbonia naturalisti e fotografi di fama mondiale come Jean Lou Dorne, Matteo Di Nicola e Michela Marignani.

Nutrie, giacinti d'acqua, zanzare tigre, gambero rosso della Louisiana, scoiattolo grigio sono alcune delle specie aliene invasive introdotte incautamente in Sardegna: "Pesanti conseguenze economiche per porre riparo ai danni - ha spiegato Marignani - mutamenti dell'ecosistema pre-esistente, salute per l'uomo in pericolo sono gli effetti dell'introduzione scriteriata di specie invasive".

Come testimoniato dalle foto (pura poesia) di Dorne, l'uomo ha contribuito a ridurre la biodiversità con dosi immani di inquinamento. Se Belgio e Olanda hanno quasi dovuto dire addio alla Salamandra, in Sardegna resistono a fatica 12 specie di anfibi e 19 di rettili, come precisato da Di Nicola. Fra cui si difende il Geotritone del Sulcis, localizzato anche vicino a Barbusi, periferia di Carbonia. "Osservanza scrupolosa delle leggi e sanzioni - concordano i naturalisti esperti dell'era dell’Antropocene - sono la base per porre un freno a questa deriva".

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