Un patrimonio da recuperare, quello degli oliveti sull'isola dell'Asinara.

Nella sala convegni dell'Ente Parco nazionale, Sandro Dettori del dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari ha illustrato il progetto di valorizzazione degli oliveti di Cala d'Oliva e Fornelli con la presentazione della prima produzione di olio extravergine d'oliva di Trabuccato.

Illustrati anche i terrazzamenti nell'area boschiva di Elighe Mannu e in zona agricola di Cala D'Oliva.

Il progetto dell'università comprende le attività di studio e di restauro conservativo degli oliveti, un piano triennale concluso nel 2017-2019 che ha comportato rilievi e valutazioni di carattere tecnico-scientifico con gli interventi di tecnica agronomica, inseriti in una relazione finale contenente l'elaborazione e la sintesi dei dati rilevati.

"Dal censimento degli uliveti a suo tempo coltivati - ha detto il direttore del parco, Vittorio Gazale - si è passati all'eliminazione della vegetazione arbustiva intrusa nell'area sotto alle chiome delle piante di olivo e olivastro, fino ad arrivare alla potatura con innesto e raccolta delle olive da olio".

Tra le attività anche il monitoraggio delle malattie e dei parassiti animali attraverso interventi di controllo con prodotti ammessi in agricoltura biologica. Il direttore Gazale durante il convegno ha salutato l'ultima partecipazione di Antonio Diana nella sua veste istituzionale di presidente facente funzioni.

Sono seguiti gli interventi di Giancarlo Antonelli, funzionario del parco, di Damiano Muru e Antonello Falqui che hanno introdotto la relazione sulle strategie e le tecniche dell'oliveto terrazzato della località di Trabuccato.

Sul confronto con altre tipologia sarde di oliveti a relazionare è stato Pierfrancesco Deiana del dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari.
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