Dal Garibaldi Meucci Museum di New York ai Musei di Caprera: «Pronti a future collaborazioni»
L’italo americana Frances Curcio in visita alla casa museo dell’eroe dei due mondiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A pochi giorni dal 2 giugno, 143° anniversario dalla morte di Giuseppe Garibaldi, è ritornata, direttamente dagli Stati Uniti, al Compendio Garibaldino di Caprera, l’italo americana Frances Curcio, per rinnovare la visita alla casa museo dell’Eroe (dopo 3 anni) ed incontrare il direttore, Sergio Cappai. Ne dà informazione la direzione dei Musei Garibaldini di Caprera.
La Curcio è un membro finanziatore e rappresentante del Garibaldi Meucci Museum presso Staten Island, la storica casa-museo appartenuta all’inventore Antonio Meucci che ospitò Garibaldi nel 1850; per l’occasione Frances Curcio ha portato i saluti della direttrice del museo di New York e dei doni.
«Un incontro molto significativo che, non solo ha consolidato l’amicizia tra i due musei, ma ha soprattutto rappresentato un momento di riflessione per pianificare insieme future collaborazioni, soprattutto in vista di importanti anniversari che riguarderanno il Compendio Garibaldino il prossimo anno», scrive la direzione del museo di Caprera.
Garibaldi giunse a New York nel 1850, in esilio dopo i fatti della Repubblica Romana, si trasferì a Staten Island nella casa del fiorentino Antonio Meucci, giunto in America poco tempo prima, con sua moglie. Meucci anni dopo, come è noto, inventò il telefono. La casa di Staten Island è attualmente un museo dedicato proprio ai due grandi italiani, Garibaldi e Meucci, ed ospita una interessante raccolta di cimeli garibaldini.
«Un brav’uomo mio amico, Antonio Meucci, fiorentino, decide di stabilire una fabbrica di candele e mi offre di aiutarlo nel suo stabilimento» è scritto in Memorie di Giuseppe Garibaldi, di Alexandre Dumas, ricorda il post dei Musei di Caprera. «Detto fatto… lavorai per alcuni mesi con Meucci, il quale non mi trattò come un suo laborante qualunque, ma come uno della famiglia, e con molta amorevolezza».