È uno dei grandi attori italiani, una carriera lunghissima e costellata di successi e riconoscimenti: Remo Girone torna nell’Isola dopo la partecipazione dello scorso anno al Filming Italy Sardegna Festival.

L’attore è il protagonista di un viaggio nella storia del Novecento con “Il cacciatore di nazisti, l'avventurosa vita di Simon Wiesenthal”, drammaturgia e regia di Giorgio Gallione, uno dei titoli di punta del cartellone firmato dalla direttrice artistica Valeria Ciabattoni.

Interprete di teatro e cinema, diretto sulla scena da artisti come Enrico D'Amato, Luca Ronconi, Orazio Costa, Mauro Avogadro, Andrée Ruth Shammah e da Peter Stein in un memorabile “Zio Vanja” premiato a Edimburgo, e sul grande schermo da Miklós Jancsó e Marco Bellocchio, Ettore Scola, Cinzia TH Torrini e Peter Greenaway, apparso in numerose serie e fiction televisive, dal successo ne “La Piovra” nel ruolo di Tano Cariddi alla recente “Vostro Onore”, Remo Girone, nato ad Asmara, in Eritrea, poi trasferitosi in Italia per compiere gli studi universitari, ma diplomatosi invece all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica “Silvio d'Amico”, presta voce e volto al “James Bond ebreo”, un architetto vittima della persecuzioni antisemite che, sopravvissuto alla deportazione e all'orrore dei lager, ha dedicato la sua esistenza all'identificazione e alla condanna dei nazisti, colpevoli di efferati crimini contro l'umanità.

La pièce, ispirata ai libri e alle memorie di Simon Wiesenthal, debutterà stasera, martedì 31 gennaio, alle 21 in prima regionale al Teatro Comunale di Sassari, mentre da domani fino al 5 febbraio, tutti i giorni alle 20.30 e la domenica alle 19, sarà in scena al Teatro Massimo di Cagliari per la Stagione de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.

Il testo si interroga non solo sulla feroce banalità del male ma anche sulla sua genesi per raccontare la tragedia della Shoah attraverso la testimonianza di una delle vittime: una moderna epopea trasfigurata in uno spettacolo di teatro civile per combattere la rimozione e l’oblio.

Ne “Il cacciatore di nazisti / L'avventurosa vita di Simon Wiesenthal”, il sipario si apre sul protagonista, nel suo ultimo giorno di lavoro nel Centro di Documentazione Ebraica da lui fondato, circondato dall'archivio che custodisce i risultati di un impegno durato quasi sessant'anni, durante i quali l'architetto è diventato scrittore, consegnando alle stampe libri e memorie di un'impresa titanica, ma pure necessaria, per tenere accesa la fiaccola della verità.

Una realtà incontestabile che gli stessi liberatori ritennero opportuno fotografare e filmare, trovandosi davanti agli occhi uno spettacolo terribile, al di là di ogni immaginazione, certi che se avessero provato a descriverlo nessuno gli avrebbe creduto: una distopia divenuta concreta in cui veniva negato ogni principio di umanità.

Giovedì 2 alle 17.30, nel foyer del teatro Massimo, Remo Girone, intervistato da Marco Zurru, sarà ospite della rassegna “Oltre la Scena / incontro con gli artisti” per una riflessione, con il pubblico, sullo spettacolo e sul rapporto tra teatro e società.

L.P.

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