Un fine settimana, quello appena trascorso, tra musica, outdoor, un documentario e un convegno per raccontare il patrimonio culturale identitario di Arzachena, quello archeologico e quello più recente, degli stazzi. Il filo conduttore della due giorni, ha sottolineato la delegata alla Cultura, Valentina Geromino, era «quello di offrire ai partecipanti una visione nuova di scoperta del territorio e della sua cultura identitaria attraverso itinerari meno conosciuti».

Ci sono stati un trekking tra i graniti, la degustazione di prodotti tipici e un’escursione al parco avventura di Arzachena, mostre e convegno, il concerto d’organo nell’ambito del Festival internazionale Tummeacciu. Sabato pomeriggio in particolare, al Museo civico Michele Ruzittu, è stata aperta una mostra fotografica di Giuseppe Còntini, dal titolo “Il sentiero degli stazzi”, con l'esposizione di oggetti appartenenti alla vita degli stazzi nelle stesso museo.

Il convegno è stato proprio sulla civiltà degli stazzi, preceduto dalla proiezione di un documentario sul “Granito della Gallura e che il patrimonio identitario di Arzachena”, a cura del  Parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna. Tra gli oratori del convegno, Quintino Mossa, che ha illustrato la nascita e lo sviluppo del mondo degli stazzi; don Francesco Cossu, che ha parlato della religiosità nel mondo agropastorale, Piera Anna Muzzu che ha raccontato dello sviluppo dell’istruzione pubblica. Si è parlato anche della nascita del borgo di Cannigione, e dell'opera “Ora d'ozio” di Raimondo Chiodino.

Gli eventi sono stati organizzati dal Comune e dal Parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna, con la collaborazione delle associazioni Liberamente Me e Arte in Musica, della municipalizzata Geseco, delle aziende La Contea di Rena e Agriturismo Lu Branu.

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